Venerdì, il Senato ha bloccato una risoluzione proposta dai democratici che avrebbe costretto il presidente Trump a rivolgersi al Congresso per ottenere l’approvazione ad effettuare ulteriori azioni militari contro l’Iran.
Il voto contrario, 53-47, per lo più in linea con i partiti, è arrivato quasi una settimana dopo che il leader americano aveva ordinato gli attacchi contro tre impianti nucleari iraniani senza consultare la Camera e il Senato.
La misura, promossa dal senatore democratico della Virginia Tim Kaine, si basava sul War Powers Act, una legge del 1973 volta a limitare il potere di un presidente di intervenire in un conflitto armato senza il consenso del Congresso. Avrebbe richiesto alla Casa Bianca di informare i legislatori e di ottenere l’approvazione sia della Camera che del Senato, prima che le forze statunitensi potessero intraprendere ulteriori azioni militari contro Teheran.
Kaine ha affermato che se il Senato avesse votato a favore della sua risoluzione, l’avrebbe modificata per includere una clausola che avrebbe affermato l’autorità del presidente di agire per legittima difesa. Ha chiarito che la risoluzione non limitava il sostegno degli Stati Uniti a Israele. Il suo è stato in parte un tentativo di unire i Democratici attorno alla misura, sebbene il partito sia profondamente diviso sul sostegno a Tel Aviv.
Tuttavia, la risoluzione aveva poche possibilità di successo in un Congresso guidato dai repubblicani. “La guerra è un problema troppo grande per lasciarlo in balia degli umori, dei capricci e delle vibrazioni quotidiane di una singola persona”, ha affermato Kaine prima del voto.
Da canto loro, i senatori repubblicani si sono opposti all’idea di limitare l’autorità di Trump e hanno accusato i democratici di voler intraprendere soltanto l’ennesima battaglia politica, sottolineando che solo pochi di loro si erano opposti apertamente quando il presidente Barack Obama aveva lanciato attacchi contro la Siria ed in altre aree del Medio Oriente. “La sicurezza nazionale si muove rapidamente. Ecco perché la nostra Costituzione dice: ‘Date al comandante in capo una vera autorità'”, ha affermato il senatore del GOP John Barrasso.
Nell’esortare i membri a votare contro la proposta, Barrasso ha affermato che non era necessaria una consultazione con il Congresso e che ciò avrebbe “impedito al presidente di proteggerci in futuro”.
Durante la votazione, solo un democratico si è unito alla maggioranza dei repubblicani nell’opporsi alla risoluzione sui poteri di guerra, il senatore della Pennsylvania John Fetterman. Un solo esponente del GOP, invece, Rand Paul del Kentucky, ha votato a favore della proposta dem.