Venerdì il Dipartimento di Giustizia ha licenziato almeno tre procuratori coinvolti nei casi penali relativi alla rivolta al Campidoglio degli Stati Uniti, del 6 gennaio 2021.
Tra i licenziati figurano due avvocati che lavoravano come supervisori dei procedimenti del 6 gennaio presso l’ufficio del procuratore degli Stati Uniti a Washington, nonché un terzo avvocato che si occupava dei casi derivanti dall’assalto.
Questi ultimi hanno ricevuto una lettera dalla Procuratrice Generale Pam Bondi, che però non ha comunicato loro le motivazioni dell’iniziativa. Secondo gli addetti ai lavori, i licenziamenti rappresentano l’ennesima decisione presa dall’amministrazione federale contro coloro che stavano lavorando ai casi riguardanti l’assalto a Capitol Hill, nonché una ulteriore erosione dell’indipendenza del Dipartimento di Giustizia dalla Casa Bianca.
In questi mesi, i vertici del DOJ hanno anche licenziato dipendenti che hanno lavorato ai processi contro Trump e retrocesso una serie di supervisori, in quello che è stato visto come un tentativo di epurare l’agenzia da avvocati considerati non sufficientemente leali.
Trump ha graziato o commutato le sentenze di tutti loro nel suo primo giorno di ritorno alla Casa Bianca, rilasciando dal carcere persone condannate per cospirazione sediziosa e aggressioni violente alla polizia.
Durante il periodo in cui ha ricoperto il ruolo di Procuratore degli Stati Uniti ad interim a Washington, Ed Martin a febbraio ha retrocesso diversi procuratori coinvolti nei casi del 6 gennaio, tra cui l’avvocato che era a capo della Sezione d’assedio del Campidoglio. Tra gli altri, due avvocati che hanno contribuito a far condannare per cospirazione sediziosa il fondatore di Oath Keepers Stewart Rhodes e l’ex presidente nazionale dei Proud Boys Enrique Tarrio.
A gennaio, l’allora vice procuratore generale Emil Bove ha ordinato il licenziamento di circa due dozzine di procuratori che erano stati assunti per incarichi temporanei a sostegno dei casi del 6 gennaio, ma che sono stati spostati in ruoli permanenti dopo la vittoria di Trump alle presidenziali di novembre. Bove disse che non avrebbe “tollerato azioni sovversive sul personale da parte della precedente amministrazione”.