Un tappeto rosso anticipato e scintillante. A settembre, Donald Trump sarà protagonista di una sontuosa visita di Stato in Gran Bretagna, accolto tra fanfare, titoli nobiliari e cristalli del Castello di Windsor. Non si tratta di una visita qualsiasi: sarà la seconda volta che un presidente americano riceve un simile onore nel Regno Unito, segnando un record assoluto.
Inizialmente, il piano della Corona era più sobrio. Re Carlo, nella sua prima lettera ufficiale consegnata a mano dal premier Keir Starmer lo scorso febbraio, aveva proposto un incontro informale in Scozia, riservando per un successivo momento l’opzione di una missione istituzionale in piena regola. Tuttavia lo scenario è rapidamente cambiato.
In relazione a quanto riportato dal quotidiano britannico The Times, sarebbe stato proprio Starmer a imprimere una svolta al protocollo, accelerando i tempi e trasformando l’incontro in un evento di massimo rilievo. L’intenzione, emersa da fonti vicine al governo, sarebbe quella di sfruttare l’ammirazione dichiarata di Trump per la monarchia britannica per rafforzare i legami diplomatici.
Il documento ufficiale, il manu regia, atto che sancisce formalmente una visita diplomatica è stato già recapitato alla Casa Bianca la scorsa settimana. Il programma è in fase avanzata: include un elegante banchetto, incontri con membri della famiglia reale e, con riserva, la partecipazione della principessa del Galles. La presenza di Kate Middleton resta sospesa a causa della sua convalescenza, ma l’ipotesi che compaia, magari con indosso la tiara, non è del tutto esclusa.
Da Washington il Presidente ha fatto sapere, attraverso una dichiarazione, di essere onorato dell’invito e di attendere con entusiasmo il momento della partenza: ha espresso gratitudine al sovrano britannico e definito il Regno Unito “un Paese fantastico” e che sarà “un onore poterlo visitare ancora”.
Il viaggio ha una doppia interpretazione: una concessione strategica del nuovo governo britannico, desideroso di consolidare i rapporti transatlantici, ma rappresenta anche una prova di quanto il leader del GOP, continui a esercitare un’influenza significativa sul piano internazionale.
Tutto, insomma, fa presagire a una vera e propria incoronazione simbolica dell’alleanza anglo-americana.