Le ricerche del trolley scomparso di Francis Kaufmann si estendono oggi nel parco di Villa Pamphilj e lungo le banchine del Tevere. Sommozzatori e agenti perlustrano il tratto sotto Ponte Garibaldi e i boschi dell’area verde, convinti che nel bagaglio possano celarsi vestiti, telefoni o altri indizi utili a ricostruire le circostanze del duplice omicidio.
La foto del 10 giugno lo ritrae con un trolley mentre cammina da via Arenula verso il fiume. Il giorno seguente, al suo imbarco per la Grecia da Fiumicino, il bagaglio non c’è più. Nel frattempo, il 7 giugno, erano stati ritrovati i corpi di Trofimova e della figlia nel parco, dove i tre avevano vissuto all’aperto per almeno due settimane.
Il 5 giugno Kaufmann era stato fermato a largo Argentina, ubriaco, con Andromeda in braccio e un passaporto falso. Solo un giorno dopo, la bambina è stata uccisa, mentre la madre potrebbe essere morta giorni prima.
Dopo la fuga, l’11 giugno è stato arrestato a Skiathos. Ora è nel carcere di Larissa, dove oggi si svolge l’udienza sul suo trasferimento in Italia. La difesa — sostenuta anche dalla diplomazia americana — si oppone con forza, chiedendo garanzie legali e un intervento del consolato. L’Italia, dal canto suo, spinge per ottenere il rimpatrio rapido, mentre la Grecia deve mediare tra le istanze internazionali.
In collegamento video con Roma, Kaufmann ha ribadito la sua innocenza, rifiutandosi di rispondere alle domande. La sorella, sentita dagli inquirenti, lo descrive come un individuo violento e abituato a vivere sotto false identità.
Le operazioni della Squadra Mobile e dello SCO continuano intanto senza sosta: si ritiene che il trolley possa essere stato lasciato nelle aree frequentate dai senzatetto lungo il fiume, nel tentativo di eliminare tracce compromettenti.