Mark Rutte, nuovo segretario generale della NATO, ha chiarito le sue dichiarazioni su Donald Trump dopo averlo paragonato – durante un intervento pubblico – a una figura paterna. Tutto è accaduto nei giorni scorsi all’Aia, nei Paesi Bassi, in occasione del vertice NATO 2025, dove i leader dei Paesi membri si sono incontrati per affrontare temi centrali come l’escalation tra Iran e Israele, le ipotesi di un maggiore coinvolgimento militare in Medio Oriente e il sostegno all’Ucraina.
Durante una conferenza stampa, il presidente Trump aveva commentato con toni coloriti la rottura del cessate il fuoco tra Iran e Israele: “Combattono come due bambini in un cortile di scuola. Lasciali fare per due o tre minuti e poi è facile fermarli”. A quel punto Rutte aveva aggiunto: “E poi, a volte, papà deve usare un linguaggio forte per farli smettere”. La frase ha immediatamente fatto il giro dei media, con molti che hanno interpretato il riferimento come un soprannome rivolto direttamente a Trump.
Rutte, interpellato dai giornalisti, ha però smentito: “Non intendevo chiamare il presidente ‘papà’. Stavo parlando della relazione tra Europa e Stati Uniti, una dinamica in cui spesso i Paesi europei chiedono rassicurazioni, come un bambino che chiede al padre se rimarrà vicino alla famiglia”.
Il chiarimento è arrivato poco dopo che Trump aveva pubblicato su Truth Social un messaggio privato ricevuto da Rutte, in cui il segretario generale lodava l’azione militare americana in Iran, definendola “decisiva” e “straordinaria” e ringraziandolo per “aver fatto ciò che nessun altro ha osato fare”. Rutte ha minimizzato l’eventuale imbarazzo per la diffusione del messaggio, sottolineando che “non c’era nulla di segreto che non potesse essere condiviso” Nel frattempo, Trump sembra aver accolto con entusiasmo l’episodio, cavalcando ironicamente il soprannome.
Il vertice si è concluso in un clima di attenzione verso il rafforzamento della cooperazione tra gli alleati. Rutte ha ribadito l’importanza della solidarietà transatlantica, sottolineando che il futuro della NATO dipende dalla capacità dei Paesi membri di mantenere un impegno comune e credibile, soprattutto sul fronte della sicurezza e della difesa. In un contesto internazionale sempre più complesso, la conferma di una linea unitaria rimane l’obiettivo prioritario dell’Alleanza.