Davanti ai gradini assolati del Campidoglio della California, giovedì si alzerà un appello potente e determinato, quello di oltre duecento organizzazioni per i diritti civili, che chiedono al governatore Gavin Newsom un gesto storico: la commutazione di tutte le 574 condanne a morte ancora sospese nel Paese.
I manifestanti sostengono che il sistema della pena capitale nello Stato “dorato” sia irrimediabilmente compromesso, radicato in pregiudizi razziali strutturali e incompatibile con i principi costituzionali di uguaglianza e giustizia. Circa il 69% dei detenuti nel braccio della morte sono persone appartenenti a minoranze etniche, un terzo sono afroamericani, mentre quasi la metà è stata condannata prima dei ventisei anni.
Le richieste dei gruppi promotori si fondano su anni di studi, denunce e sentenze che rivelano le distorsioni di un meccanismo che colpisce in modo sproporzionato i più vulnerabili. Secondo i sostenitori della manifestazione, il governatore ha ora l’occasione di respingere l’eredità di una giustizia selettiva e spietata, concedendo la clemenza universale a chi vive da decenni in una condizione di attesa insostenibile.
A guidare la campagna è la coalizione Clemency California, insieme all’American Civil Liberties Union e ad altre associazioni a sostegno delle cause umanitarie come il National Center for LGBTQ Rights e Disability Rights California. La mobilitazione pubblica sarà seguita da una conferenza stampa e dalla consegna formale di una petizione firmata.
I sostenitori della causa sottolineano inoltre che quasi due terzi dei detenuti nel braccio della morte californiano sono lì da più di vent’anni e decine da oltre quaranta, mentre un terzo soffre di gravi disturbi mentali o ha disabilità intellettive, spesso mai riconosciute nei processi. In molti casi si tratta di individui che non avrebbero mai dovuto essere condannati alla pena capitale.
Non mancano i precedenti che alimentano dubbi sulla tenuta del sistema giudiziario. L’Alta Corte dello Stato ha annullato negli anni diverse condanne per vizi di forma o per incompetenza mentale degli imputati, mentre a otto uomini è già stata riconosciuta una pena ingiusta e sono stati rilasciati.
Negli Stati Uniti almeno il 4% delle persone condannate alla pena capitale, secondo uno studio dell’istituzione statunitense indipendente National Academy of Sciences, potrebbero essere innocenti. Nel 2024 sono state eseguite venticinque esecuzioni in 9 stati e pronunciate ventisei nuove sentenze. La California detiene il primato nazionale per numero di reclusi nel braccio della morte e una popolazione carceraria complessiva che supera i novantaquattromila detenuti.
Nel 2012, una proposta per fermare le esecuzioni fu respinta con il 53% dei voti contrari; tuttavia, da allora il contesto sociale e politico è cambiato e numerosi esperti ritengono che sia arrivato il momento di voltare pagina. Il governatore Gavin Newsom, già nel 2019, aveva avviato una moratoria sulle esecuzioni, ma ora le pressioni affinché trasformi quel gesto simbolico in una scelta definitiva si fanno sempre più assordanti.