Le autorità del South Dakota si sono dette più che favorevoli alla realizzazione del National Garden of American Heroes, proposto dal presidente Donald Trump, nelle Black Hills, in prossimità Monte Rushmore. Tuttavia, l’iniziativa ha già scatenato la reazione negativa dei gruppi indigeni che considerano sacra la zona.
Nel frattempo, una società mineraria si è già offerta di donare 40 acri a meno di un miglio dal Monte Rushmore, dove sono scolpite le enormi sculture di quattro dei più importanti presidenti della nazione.
“Le Black Hills rappresentano il luogo perfetto per realizzare la vostra visione del Giardino Nazionale degli Eroi Americani”, ha scritto il governatore repubblicano Larry Rhoden in una lettera a Trump. “Insieme, realizzeremo questo progetto in modo da onorare gli eroi americani, sfruttare la bellezza naturale del South Dakota e incorporare il monumento più iconico dedicato ai nostri più grandi leader”.
Le Black Hills sono da tempo oggetto di controversie tra il South Dakota e le sue tribù. Il Trattato di Fort Laramie del 1868 riconobbe l’appartenenza di queste aree al popolo Sioux, ma il governo degli Stati Uniti ne sequestrò il territorio meno di un decennio dopo per estrarre oro. Una sentenza della Corte Suprema del 1980 stabilì che gli USA avevano violato il trattato, ma le tribù rifiutarono il risarcimento di 1,3 miliardi di dollari offerto e mantennero i loro diritti sulla terra.
Trump, da canto suo, ha firmato un ordine esecutivo all’inizio di quest’anno per la realizzazione del giardino, che ospiterà 250 statue a grandezza naturale di personaggi storici statunitensi, in occasione del 250° anniversario della nascita del Paese, che verrà celebrato il 4 luglio 2026. Le candidature per gli scultori devono essere presentate all’inizio di luglio.
L’elenco del leader MAGA include, tra gli altri, George Washington, Thomas Jefferson, Abraham Lincoln, Martin Luther King Jr., Susan B. Anthony, Daniel Boone, Davy Crockett, Frederick Douglass, Amelia Earhart, Billy Graham, Douglas MacArthur, Christa McAuliffe, Jackie Robinson, Kobe Bryant, Betsy Ross, Harriet Beecher Stowe, Harriet Tubman, Booker T. Washington e Orville e Wilbur Wright.
La Camera ha approvato un finanziamento 40 milioni di dollari per il progetto, supervisionato dal Dipartimento degli Interni e dal National Endowment for the Humanities. Trump annunciò per la prima volta tale iniziativa durante il suo primo mandato, in un discorso tenuto il 3 luglio 2020 al Monte Rushmore, in un periodo in cui era in corso il movimento Black Lives Matter, e alcuni manifestanti stavano abbattendo statue raffiguranti generali confederati e non solo.
Oltre al governatore Rhoden, anche il deputato repubblicano Dusty Johnson ha scritto una lettera al presidente, affermando in un post sui social media che “continuerà a sostenere l’istituzione di questo monumento iconico nelle Black Hills”.
“È un argomento molto delicato e sensibile che, a mio avviso, richiede il contributo delle popolazioni indigene locali che rivendicano il territorio e hanno legami culturali con esso”, ha invece spiegato Darren Thompson, direttore delle relazioni con i media per l’organizzazione no-profit indigena Sacred Defense Fund.
Trump è un gran estimatore il Monte Rushmore e ha già proposto di aggiungervi il suo volto. All’inizio del 2025, la deputata Anna Paulina Luna ha presentato una proposta di legge per incaricare il Dipartimento dell’Interno di aggiungere l’immagine del leader MAGA. La proposta ha ottenuto il sostegno di alcuni repubblicani e di esponenti dei media conservatori, ma non ha ottenuto alcun successo al Congresso.
Sebbene al momento non esistano piani ufficiali per scolpire il suo volto nella montagna stessa, il giardino proposto è visto come un primo passo verso il raggiungimento di tale aspirazione.