Un team di ricercatori cinesi ha trasmesso dati a 1 Gbps da un satellite geostazionario situato a 36.000 km di altezza, utilizzando un laser da appena 2 watt — paragonabile, per intensità, a una candela. Il merito va a una nuova tecnologia che combina ottica adattiva e ricezione a diversità di modalità (AO-MDR), superando le limitazioni imposte dalla turbolenza atmosferica. Il risultato, cinque volte più veloce rispetto a Starlink, promette connessioni satellitari più stabili, rapide ed efficienti.
Il progetto è stato guidato dal professor Wu Jian dell’Università di Pechino e da Liu Chao dell’Accademia cinese delle scienze, i quali hanno sviluppato un approccio innovativo per neutralizzare gli effetti delle instabilità atmosferiche. La tecnica AO-MDR consente di affinare e stabilizzare il segnale laser anche in condizioni ambientali critiche, garantendo una comunicazione affidabile.
Secondo Interesting Engineering, questo traguardo potrebbe rivoluzionare la comunicazione satellitare globale, con ricadute positive su settori come media, telecomunicazioni ed esplorazione spaziale. Gli esperti ritengono che, con l’evoluzione di queste tecnologie, i sistemi laser potrebbero presto superare quelli tradizionali a radiofrequenza, grazie a una larghezza di banda superiore, una velocità maggiore e una latenza ridotta.
Questa svolta non solo evidenzia l’eccellenza della ricerca cinese, ma dimostra anche l’intensificarsi della competizione globale per il controllo delle future infrastrutture di comunicazione spaziale.