In seguito all’omicidio di Alessandro Coatti,, le autorità colombiane hanno arrestato quattro persone, tra cui una donna, considerate responsabili del crimine.. Alla base del delitto, secondo quanto riferito dalla polizia, non ci sarebbero né moventi legati al narcotraffico né dinamiche paramilitari, ma un piano a scopo di rapina degenerato in tragedia.
Determinanti per l’identificazione dei sospetti sono stati i dati recuperati dal computer e dallo smartphone della vittima. In particolare, le chat e i backup presenti sul telefono che hanno permesso agli investigatori di ricostruire con precisione gli ultimi contatti e gli appuntamenti del 38enne italiano, tracciando un quadro utile per risalire agli esecutori.
In base alle indagini, Coatti sarebbe stato attirato in una casa abbandonata nel quartiere San José del Pando, nella città di Santa Marta, con la scusa di una gita nella Sierra Nevada. L’incontro, organizzato tramite l’app di dating Grindr, rivolta principalmente a persone gay, si sarebbe trasformato in una trappola: Coatti sarebbe stato drogato, rapinato e infine ucciso. Resta ancora da chiarire se l’omicidio sia stato premeditato o se la situazione sia sfuggita di mano agli aggressori.
L’arresto dei quattro sospettati, avvenuto domenica, giunge a mesi di distanza dal ritrovamento del corpo smembrato del giovane. Nei prossimi giorni, le autorità continueranno gli interrogatori nel tentativo di far luce su eventuali complici e sulla reale dinamica dei fatti.
Il biologo molecolare dopo la laurea in Italia, aveva proseguito i suoi studi in neuroscienze all’University College di Londra. Per otto anni aveva lavorato alla Royal Society of Biology nel Regno Unito. Negli ultimi mesi si trovava in Sudamerica, dove stava svolgendo un’esperienza di volontariato in Ecuador, che aveva unito a un viaggio personale.
Il caso ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dei viaggiatori LGBTQ+ e sull’uso delle app di incontri in contesti vulnerabili. Una dinamica, come riportato anche dalla rivista Rolling Stone, che mette in luce il rischio crescente di aggressioni mirate e trappole digitali nei confronti di turisti e persone queer in alcuni Paesi.