La comunità di Newberg in Oregon è sconvolta dopo l’arresto da parte dell’ICE di Moises Sotelo, un vinicoltore molto noto nella zona. Sotelo è stato arrestato la mattina di giovedì 12 giugno appena fuori dalla chiesa episcopale di St Michael a Newberg, mentre si stava mettendo in viaggio per andare al lavoro.
Sotelo è un cittadino messicano e secondo la famiglia si trova negli Stati Uniti dagli anni ’90; l’anno scorso aveva iniziato il processo per ottenere la cittadinanza statunitense, durante il mandato del presidente Joe Biden. Nel 2020 ha ricevuto il premio Vineyard Excellence dall’Oregon Wine Board e nel 2024 ha aperto la sua impresa di manutenzione dei vigneti, Novo Start Vineyard Service.
L’ICE sostiene che sia entrato illegalmente nel Paese nel 2006 e che sia stato condannato per guida in stato di ebbrezza (DUI) a Newberg. Tuttavia, l’ufficio del procuratore distrettuale della contea di Yamhill, dove si trova Newberg, non ha trovato alcuna traccia di questa condanna; Sotelo ha avuto invece una multa per eccesso di velocità, per 60 dollari. L’ICE starebbe valutando la possibilità di un “rimpatrio accelerato” per Sotelo-Casas. Attualmente si trova detenuto in un centro per immigrati a Tacoma, nello Stato di Washington.
Sua figlia, Alondra Sotelo-García, ha creato una raccolta fondi su GoFundMe intitolata Help the Sotelo Family with Expenses After ICE Detainment (“Aiuta la famiglia Sotelo con le spese dopo la detenzione da parte dell’ICE”). Mentre scriviamo sono stati raccolti oltre 112.000 dollari su un obiettivo di 125.000, fondi destinati a coprire diverse spese, inclusa l’assunzione di avvocati specializzati in immigrazione.
“Aveva le catene ai piedi,” ha raccontato Alondra Sotelo-García, a un’emittente locale. “Gli hanno tolto le stringhe delle scarpe, la cintura, l’anello, l’orologio. Gli hanno tolto tutto.”
Le richieste avanzate all’ICE da parte della famiglia o degli avvocati per conoscere i prossimi passi nella detenzione di Sotelo non hanno portato a nulla. Anthony Van Nice, proprietario di un’azienda vinicola locale, ha conosciuto Sotelo a metà degli anni ’90, quando era un semplice apprendista in cantina. Lo considera un amico e ha dichiarato di sentirsi “deluso e disgustato” dall’arresto. “La mia preoccupazione riguarda amici e vicini che vengono rastrellati dall’ICE,” ha detto Van Nice al Guardian. “Abbiamo costruito questo Paese sulle spalle del lavoro degli immigrati… Arrestarli come criminali, rinchiuderli in centri sovraffollati e deportarli senza nemmeno avvisare familiari o avvocati è disumano. È una questione di diritti umani.”
Si moltiplicano le segnalazioni di agenti mascherati e senza identificazione che effettuano raid nei luoghi di lavoro. Secondo il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, almeno il 42% dei lavoratori agricoli non ha documenti. La settimana prima dell’arresto di Sotelo era stato fermato uno dei suoi dipendenti, racconta la sua manager Victoria Reader, da agenti mascherati. “Non si sono identificati. Sono semplicemente usciti e hanno iniziato ad aprire le portiere,” ha detto Reader. “Continuavo a chiedere: chi siete? Cosa state facendo? Ma non rispondevano.” Gli agenti non le hanno detto quale legge sull’immigrazione fosse stata violata, l’hanno minacciata di incriminazione per aggressione a pubblico ufficiale per aver fatto domande e le hanno detto che non poteva seguire le auto né sapere dove fosse portato il dipendente.
Sotelo è stato inizialmente portato in un centro di detenzione a Portland. Nel fine settimana scorso era stato trasferito in un centro ICE a Tacoma, nello stato di Washington. Martedì, Van Nice si è recato a Tacoma per fargli visita, ma Sotelo non era lì. “Un funzionario dell’ICE mi ha detto che non hanno alcun obbligo di informare familiari o avvocati dei detenuti che sono stati arrestati, trasferiti in un altro Stato, in un altro centro o deportati,” ha detto Van Nice. “Gli ho detto che non mi sembrava giusto, e lui ha risposto: ‘È così che funziona.’”
Secondo il Guardian, il sistema di localizzazione dei detenuti dell’ICE mostra che Sotelo è stato trasferito a oltre 2.400 chilometri di distanza, nel Florence Service Processing Center situato nel deserto dell’Arizona. Né la sua famiglia né i suoi avvocati erano stati informati del trasferimento. Il Guardian ha chiesto a un portavoce dell’Ice se l’agenzia per l’immigrazione effettivamente non abbia alcun obbligo di comunicare lo stato dei detenuti ai familiari o agli avvocati. Il portavoce ha confermato: “È corretto”. L’ICE non ha risposto ad altre domande sul caso, inclusa quella su eventuali mandati o documentazione che provi precedenti penali a carico di Sotelo.