Il Dipartimento di Stato sta riavviando i colloqui per i visti studenteschi, introducendo al contempo linee guida più severe per ciò che riguarda i social media, tra cui l’obbligo per tutti i richiedenti di impostare i propri account come pubblici. In questo modo, i funzionari potranno verificare la presenza di eventuali post o contenuti ostili nei confronti degli USA.
La decisione arriva dopo che il mese scorso gli appuntamenti per i visti degli studenti esteri erano stati sospesi, in quella che i funzionari statunitensi hanno descritto come parte di una campagna contro le università che presumibilmente fomentavano l’antisemitismo e altre preoccupazioni per la sicurezza nazionale.
Le nuove procedure di verifica si applicheranno a tutti i cittadini stranieri che richiedono visti di tipo F, destinati principalmente agli universitari, di tipo M, per studenti di formazione professionale, e di tipo J, per scambi culturali e formativi.
I critici hanno espresso preoccupazione per il fatto che le nuove procedure di selezione trasmettano un messaggio poco accogliente ai potenziali studenti internazionali, e che costituiscano un vero e proprio banco di prova politico per i candidati.
Come comunicato dal Dipartimento di Stato, mentre i membri dell’agenzia esamineranno i profili degli studenti, dovranno cercare di “identificare i candidati che hanno atteggiamenti ostili nei confronti dei nostri cittadini, della nostra cultura, del nostro governo, delle nostre istituzioni o dei nostri principi fondanti; che sostengono, aiutano o sostengono terroristi stranieri designati e altre minacce alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti; o che perpetrano molestie o violenze antisemite illegali”.
“Non credo che nessun americano vorrebbe essere giudicato in base al suo tweet peggiore”, ha affermato Stuart Anderson, direttore esecutivo della National Foundation for American Policy, un think tank apartitico, “Storicamente, non abbiamo mai criticato le opinioni delle persone prima che arrivassero qui”.
Per giustificare l’ampliamento dei controlli, il cablogramma del Dipartimento di Stato citava due ordini esecutivi del presidente Donald Trump, uno mirato a impedire l’ingresso nel paese di attori stranieri ostili e l’altro volto a combattere l’antisemitismo.
Nel cablogramma si afferma inoltre che è importante proteggere le istituzioni americane di istruzione superiore da coloro che vorrebbero “rubare informazioni tecniche, sfruttare la ricerca e lo sviluppo degli Stati Uniti e diffondere false informazioni per motivi politici o di altro tipo”.
Tuttavia, l’introduzione della nuova procedura rappresenterà un grave onere per i consolati, rallentando notevolmente le stesse pratiche burocratiche. Jill Allen Murray, vicedirettrice esecutiva per le politiche pubbliche presso la “NAFSA: Association of International Educators”, ha inoltre aggiunto che lo stop temporaneo ai visti ha già danneggiato gli studenti internazionali e le comunità universitarie che dipendono dalla loro presenza, ed ha spiegato che questi alunni e ricercatori sono già tra i visitatori più monitorati negli Stati Uniti.