Stando a quanto riferito dai principali media statunitensi, Donald Trump avrebbe approvato il piano di attacco all’Iran, ma non ha ancora deciso definitivamente se colpire o meno il Paese. Come riportato dalla CBS, finora il leader americano ha evitato di entrare nel conflitto in Medio Oriente, con la speranza che Teheran accettasse di abbandonare il suo programma nucleare.
Mercoledì, però, la guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha respinto la richiesta di resa incondizionata di Trump. Gli USA starebbero ora valutando di colpire il sito iraniano di Fordow, un impianto sotterraneo in cui viene arricchito l’uranio.
Secondo fonti a conoscenza della situazione, alti funzionari statunitensi così come i principali leader delle agenzie federali si starebbero già preparando all’eventualità di un attacco nei prossimi giorni, presumibilmente nel weekend.
Mercoledì Trump ha detto ai giornalisti alla Casa Bianca di avere delle “idee su cosa fare” e che preferisce prendere “la decisione finale un secondo prima del dovuto”, perché la situazione in Medio Oriente è instabile. L’apertura del presidente alla guerra è un’inversione di tendenza rispetto alle sue dichiarazioni pubbliche della settimana scorsa, quando sollecitava colloqui diplomatici per raggiungere un accordo sul disarmo nucleare con l’Iran.
Secondo i rumors, il senatore della South Carolina Lindsey Graham è stato una delle figure centrali che hanno esortato il presidente a considerare un’azione militare contro Teheran. “Trump ha dato loro la possibilità di usare la diplomazia. Credo che abbiano commesso un errore di calcolo”, ha detto Graham questa settimana, “Prima porremo fine a questa minaccia per l’umanità, meglio sarà”.
Per anni, il leader MAGA ha chiesto agli Stati Uniti di tenersi fuori dai conflitti all’estero, e ha condotto la sua ultima campagna elettorale basandosi sul messaggio che avrebbe impedito un’altra guerra mondiale e si sarebbe concentrato sulle questioni interne. Le cose, però, dati gli scenari attuali, potrebbero cambiare radicalmente.
Secondo gli addetti ai lavori, la decisione di aspettare qualche giorno prima di colpire consentirebbe ai leader iraniani ulteriore margine di manovra per dimostrare a Trump di essere disposti a rinunciare ad alcune capacità di arricchimento dell’uranio, scoraggiando così un attacco statunitense. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha dichiarato in un post sui social media mercoledì mattina che il Paese rimane “impegnato nella diplomazia” e che non ha mai cercato di dotarsi di armi nucleari.
Venerdì, intanto, quest’ultimo incontrerà i ministri degli Esteri di Regno Unito, Francia e Germania, a Ginevra, ai quali cercherà di ribadire le posizioni di Teheran su ciò che riguarda il nucleare.