La NAACP esclude Trump dalla convention, prima volta in 116 anni di storia
La NAACP (National Association for the Advancement of Colored People), ha annunciato che non inviterà il presidente Donald Trump alla sua prossima convention nazionale a Charlotte, North Carolina, segnando la prima volta nella storia di 116 anni della storica organizzazione per i diritti civili che sceglie di escludere un presidente americano in carica. “Per 116 anni, la NAACP ha invitato il presidente degli Stati Uniti in carica a parlare alla Convention Nazionale – indipendentemente dal loro partito politico”, ha dichiarato il presidente della NAACP Derrick Johnson durante una conferenza stampa. “Ma in questo momento è chiaro: Donald Trump sta attaccando la nostra democrazia e i nostri diritti civili. Crede più nel manuale fascista che nella Costituzione degli Stati Uniti”. La decisione arriva mentre l’organizzazione ha intensificato le sfide legali contro l’amministrazione Trump, inclusa una causa ad aprile per bloccare i tagli ai finanziamenti federali alle scuole che mantengono programmi di diversità, equità e inclusione.
L’Ordine degli Avvocati fa causa a Trump per “intimidazione pericolosa”
L’American Bar Association, la più grande organizzazione di avvocati degli Stati Uniti, ha citato in giudizio lunedì l’Amministrazione Trump per i suoi comportamenti punitivi verso gli studi legali che non gradisce, chiedendo ai tribunali di fermare la campagna del presidente contro la professione. La causa sostiene che la pratica del presidente Trump di emettere ordini esecutivi che limitano la capacità degli studi legali di parlare persino con i funzionari governativi “è senza precedenti e particolarmente pericolosa per lo stato di diritto”. Trump ha emesso ordini contro alcuni studi e ha stipulato accordi del valore di centinaia di milioni di dollari in lavoro “pro bono”, cioè per beneficenza, con altri che cercavano di evitare punizioni simili.
Trump valuta incontro con l’Iran per evitare escalation militare
La Casa Bianca sta discutendo con Teheran un possibile incontro questa settimana tra l’inviato Steve Witkoff e il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. L’annuncio è giunto in tarda serata, dopo che Trump ha sorpreso tutti invitando via Truth Social i civili iraniani a evacuare Teheran, per poi interrompere anticipatamente il G7 in Canada. Nonostante le speculazioni su un coinvolgimento militare diretto americano, la Casa Bianca ha smentito, ribadendo la “posizione difensiva” delle forze USA. L’obiettivo del possibile incontro sarebbe di avviare negoziati per un accordo nucleare e porre fine al conflitto tra Israele e Iran. L’incontro rappresenterebbe un tentativo dell’ultimo minuto da parte di Trump per evitare la guerra puntando sulla diplomazia. Il presidente americano vede nelle “bunker buster”, le bombe penetranti che solo gli USA possiedono e necessarie per distruggere l’impianto di arricchimento sotterraneo iraniano di Fordow, una leva negoziale decisiva.
Trump fa marcia indietro sulla marcia indietro
Il Dipartimento della Sicurezza Nazionale ha comunicato l’annullamento delle direttive emesse dal presidente stesso la scorsa settimana che esentavano fattorie, hotel e ristoranti dai raid dell’immigrazione. La Casa Bianca ha chiarito che “non ci saranno zone franche” e punta a 3.000 arresti al giorno. Lo scorso giovedì, dopo la decisione di Trump di proteggere lavoratori indispensabili e affidabili, il Dipartimento della sicurezza interna aveva inviato una email che sospendeva “tutte le indagini/operazioni di controllo sui luoghi di lavoro in agricoltura, ristoranti e hotel operativi”.
Il “Trump Phone” nasce patriottico, ma parla cinese
Nonostante l’annuncio roboante del lancio di uno smartphone “orgogliosamente progettato e costruito negli Stati Uniti”, il primo telefono marchiato Trump difficilmente sarà assemblato a casa. Secondo il Wall Street Journal, Eric Trump avrebbe ammesso che la produzione iniziale potrebbe avvenire all’estero, con la Cina come luogo più probabile di peroduzione. Del resto, a 499 dollari, solo colossi come Xiaomi o Oppo possono garantire hardware competitivo. Il “telefono dei patrioti” arriverà dunque con un’anima made in Beijing.
Un giornalista australiano respinto all’aeroporto di LA per i suoi articoli sui palestinesi
Un giornalista indipendente australiano è stato trattenuto per 12 ore dalle autorità di frontiera americane all’aeroporto di Los Angeles, gli è stato negato l’ingresso negli Stati Uniti ed è stato rimandato in Australia a causa dei suoi scritti sulle proteste sul conflitto israelo-palestinese. Alistair Kitchen, 33 anni, ha raccontato su X che gli agenti “lo stavano aspettando” quando è sceso dall’aereo proveniente da Melbourne. “Mi hanno negato l’ingresso, fermato e deportato dagli Usa a causa dei miei reportage sulle proteste studentesche di Columbia”, ha scritto Kitchen, riferendosi agli articoli pubblicati sul suo blog personale “Kitchen Counter” sulle manifestazioni pro-Palestina nel campus universitario. Gli agenti gli hanno chiesto la password del telefono e lo hanno interrogato per 45 minuti sulle sue opinioni su Israele, Palestina e Hamas, oltre che sui suoi rapporti con amici ebrei e musulmani.
Trump e il GOP irridono i democratici dopo gli assassinii nel Minnesota
Ufficialmente, i politici repubblicani hanno espresso il loro cordoglio dopo le sparatorie mortali che hanno colpito diversi parlamentari democratici in Minnesota. “Questi attacchi pieni d’odio non hanno posto nello Utah, in Minnesota o in qualsiasi parte d’America”, ha scritto su X il senatore dello Utah Mike Lee sul suo account ufficiale. Altra musica sul suo account personale dove ha pubblicato una serie di meme sugli attacchi che hanno ucciso l’ex presidente della Camera del Minnesota, Melissa Hortman, e suo marito Mark, e gravemente ferito il senatore statale John Hoffman e sua moglie Yvette. “Questo è ciò che accade quando i marxisti non ottengono ciò che vogliono”, ha scritto Lee, accompagnando il post con una foto del presunto attentatore, arrestato domenica.
E Trump? Inizialmente ha condannato gli attacchi: “Una violenza così orribile non sarà tollerata negli Stati Uniti d’America. Dio benedica il grande popolo del Minnesota, un luogo davvero speciale!” Ma il giorno successivo ha cambiato tono, definendo Tim Walz il governatore del Minnesota ed ex candidato vice di Kamala Harris, “pessimo” e “profondamente incompetente”. Nel frattempo, su X, alcune figure di spicco della destra hanno rapidamente diffuso teorie del complotto sugli eventi. Elon Musk, l’ex alleato di Trump e CEO di Tesla, ha condiviso un tweet di un account pro-Trump che recitava, in parte: “La sinistra è ormai un’organizzazione terroristica interna a tutti gli effetti”. E sotto ha aggiunto “L’estrema sinistra è violentemente omicida”. Mike Lee ha condiviso il post, aggiungendo: “Fact check: VERO”. Laura Loomer, l’estremista di destra che avrebbe avuto un ruolo nel convincere Trump a licenziare alcuni funzionari della sicurezza nazionale, ha sostenuto che il sospetto avesse legami con le proteste “No Kings” avvenute in tutto il paese sabato, e che Walz lo conoscesse.