Il city comptroller di New York Brad Lander, 56 anni, candidato a sindaco della città, è stato fermato con modi spicci da agenti federali incappucciati mentre si trovava in un tribunale per l’immigrazione per accompagnare una persona fuori dall’aula. È stato rilasciato dopo tre ore, senza imputazioni. Secondo la sottosegretaria Tricia McLaughlin del Dipartimento per la Sicurezza Interna Lander “è stato arrestato per aver aggredito le forze dell’ordine e ostacolato un agente federale”. Dopo il rilascio, Lander ha dichiarato di “non aver assolutamente” aggredito un agente.
.@bradlander just arrested at immigration court pic.twitter.com/nDqEK1Lzcw
— Courtney Gross (@courtneycgross) June 17, 2025
Lander stava camminando per i corridoi del tribunale insieme a un uomo, un ispanico secondo Spectrum News 1, alla fine dell’udienza sullo status di immigrazione di quest’ultimo. Poi è stato approcciato da alcuni agenti dell’ICE, col volto coperto e che non si sono identificati prima di passare all’azione, che lo hanno preso, ammanettato e trasportato a forza fuori dall’edificio. Mentre veniva sbattuto contro il muro, il city comptroller continuava a chiedere: “Dov’è il vostro mandato? Voglio vedere il vostro mandato di arresto. Non avete il potere di arrestare un cittadino statunitense.”
L’ufficio dell’ICE di New York ha risposto alle chiamate de La Voce di New York che “non possono parlarne” e che “non hanno informazione in merito”.
Il city comptroller , il revisore dei conti, è la seconda carica più importante nel governo locale. Si occupa soprattutto della supervisione finanziaria dei fondi pubblici garantendo efficienza e trasparenza. In febbraio, è stato Lander a notare per primo che l’amministrazione Trump ha ritirato $80 milioni di fondi già sborsati alla città che sarebbero stati usati per la gestione dei migranti. La città si trova adesso in tribunale con la Casa Bianca sulla questione. In quanto candidato a sindaco, Lander ha sfruttato il suo ruolo per proporre nuove riforme sugli affitti e una migliore gestione della questione migratoria.
E’ il secondo caso eclatante in pochi giorni in cui gli agenti dell’ICE, il dipartimento per l’immigrazione, intervengono brutalmente contro un politico. Il 13 giugno, il senatore democratico della California Alex Padilla è stato ammanettato, trascinato fuori, costretto a terra e portato via mentre cercava di porre una domanda alla segretaria della Sicurezza nazionale Kristi Noem in seguito agli arresti e alle deportazioni dei presunti immigrati irregolari che hanno spinto la città di Los Angeles a giorni di proteste in strada.
“Prima di oggi, avevo accompagnato fuori dall’edificio quattro famiglie, tutte spaventate all’idea di essere trattenute da agenti dell’ICE, eppure erano riuscite a uscire dal tribunale”, ha detto Lander ai giornalisti durante una conferenza stampa tenuta alcune ore dopo il suo rilascio. “Anche se i loro casi erano stati archiviati ed erano soggette a una rimozione accelerata, [sono] comunque riuscite a lasciare l’edificio, a tornare dai loro figli, dalle loro famiglie, a cercare di capire cosa fare dopo.”
Le cose sono andate diversamente per Edgardo, l’uomo per cui Lander stava intervenendo martedì. Gli agenti dell’ICE incappucciati hanno cercato di trattenerlo non appena è uscito dall’aula dopo che il giudice aveva archiviato il suo caso, privandolo così dello status legale per tutta la durata del procedimento. “Tutto ciò che ho cercato di fare è stato tenere Edgardo per un braccio e chiedere agli agenti dell’ICE: ‘avete un mandato?’”, ha raccontato Lander. Gli agenti hanno allontanato con la forza Lander da Edgardo e hanno ammanettato anche il funzionario cittadino. Il Dipartimento per la Sicurezza Interna ha poi pubblicato su Twitter una dichiarazione in cui affermava che Lander era stato fermato per “aver aggredito le forze dell’ordine”, nonostante i video diffusi da più fonti mostrino chiaramente che ciò non è accaduto.
Il fermo del revisore dei conti arriva poco dopo un post di Donald Trump sui social media, pubblicato domenica, in cui invocava un’applicazione delle leggi sull’immigrazione ancora più aggressiva nelle “grandi città americane come Los Angeles, Chicago e New York, dove risiedono milioni e milioni di immigrati illegali”. Questo ha spinto alcuni giornalisti a porre domande al sindaco Eric Adams durante la consueta conferenza stampa del lunedì mattina, che con ogni probabilità si stava tenendo proprio mentre Lander aveva l’incontro con l’ICE. Adams ha dichiarato ai giornalisti che il vicesindaco per la sicurezza pubblica, Kaz Daughtry, “sta parlando con i nostri partner federali per capire se ci sono cambiamenti in atto, e ci adegueremo di conseguenza”.
Il sindaco ha inoltre sottolineato che “il governo federale è responsabile” in materia di immigrazione, e ha ribadito il suo messaggio rivolto ai migranti, un ritornello ormai noto anche mentre la politica di deportazioni di massa di Trump si intensifica: “fate andare i vostri figli a scuola, chiamate la polizia se avete bisogno di aiuto, ricevete cure mediche se vi servono, andate nei luoghi di culto se lo desiderate”.
La città natale di Trump, New York, come ha sottolineato Lander martedì pomeriggio, ha una popolazione composta per il 40% da immigrati, e il 50% dei newyorkesi vive in nuclei familiari con status misto. Un milione di loro sono bambini. Lander ha anche fatto notare che perfino gli agenti che lo hanno arrestato erano immigrati: uno originario del Pakistan e l’altro della Guyana.
In una dichiarazione rilasciata a La Voce, la portavoce del sindaco, Kayla Mamelak Altus, ha affermato che “oggi non dovrebbe essere una giornata dedicata a Brad Lander”, e ha ricordato che l’amministrazione cittadina ha lanciato una campagna “Know Your Rights” per i migranti. Nonostante questi sforzi dell’ufficio del sindaco, in città si è diffuso un clima di paura: alcune notizie indicano che bambini senza documenti stanno evitando di frequentare le scuole cittadine per timore di arresti da parte dell’ICE — timori fondati, visto che agenti hanno tentato di entrare in scuole anche in altre città ad alta presenza di immigrati, come Los Angeles.
Lander ha concluso l’intervento con un appello alla resistenza contro la stretta repressiva imposta dal governo federale. “Stiamo normalizzando la separazione delle famiglie”, ha dichiarato. “Stiamo normalizzando la violazione del giusto processo, stiamo normalizzando la distruzione della democrazia costituzionale, e non resteremo a guardare mentre accade.”