Tra uncinetto, journaling, pasticceria e lavoro a maglia, sempre più giovani americani stanno riscoprendo attività che sembravano relegate alla pensione. In controtendenza con l’iperconnessione quotidiana, scelgono il silenzio di un ricamo al posto del frastuono creato dai social.
Questi hobby, definiti affettuosamente “granny core” o “passatempi della nonna”, stanno diventando un vero e proprio stile di vita. La Gen Z si ritrova in gruppi di lavoro, si scambiano consigli su album di ritagli e si dilettano in attività che un tempo avrebbero liquidato come “da anziani”.
Chi ha riscoperto questi gesti lenti parla di una ricerca di equilibrio. Alcuni raccontano di essersi avvicinati quasi per caso al junk journaling, una forma creativa di scrapbooking, la creazione di album personalizzati con foto, decorazioni, disegni, testi e collage, per rallentare i ritmi e trovare conforto nella routine. Anche nelle giornate più frenetiche, sapere di poter tornare a casa e immergersi in un hobby tranquillo regala un senso di benessere.
Eventbrite, la piattaforma online che permette di creare, promuovere e gestire eventi, ritiene che questo ritorno alle attività manuali sia parte di una più ampia esigenza di connessione autentica. Tra il 2023 e il 2024, gli eventi a tema scrapbooking e journaling hanno visto un vero e proprio boom, raddoppiando rispetto all’anno precedente.
Pure il mercato ne è influenzato. Shopify, il sito web di e-commerce che permette a chiunque di creare e gestire un negozio online, ha registrato un aumento, solo nel mese di maggio rispetto all’anno precedente, dell’89% nelle vendite di schemi a punto croce e dell’88% per le tele ricamate. Un sondaggio di Mintel, una società di ricerca e analisi di mercato, condotto su 2.000 adulti statunitensi ha invece rivelato che il 71% ha partecipato ad almeno un progetto artigianale nel 2024. Tra la Gen Z, ben l’86% si definisce un creativo manuale e il 30% ha seguito un corso di arti e mestieri in presenza.
Il quotidiano statunitense The Wall Street Journal, ha dedicato all’argomento un’inchiesta e fra le testimonianze riportate quella di Katrina Stern, una dirigente in un’agenzia di PR. La 36enne ha raccontato di aver iniziato a ricamare già a 14 anni, per poi passare a uncinetto, maglia e più recentemente alla pittura a diamante, una tecnica che prevede l’applicazione di perline su una tela. Per lei, dedicarsi a questi passatempi è diventato anche un modo per socializzare: frequenta regolarmente corsi dove ha stretto amicizie durature.
Mentre per Lauren Tilashalski, avvocata ad Atlanta, il ricamo è stato una salvezza mentale. Con un lavoro che la teneva occupata anche 80 ore a settimana, ha trovato nel punto ago un modo per staccare. La 29enne ha coinvolto anche gli amici, che ora preferiscono ritrovarsi a casa, ricamare insieme e guardare reality o partite di calcio. Per lei, condividere il silenzio mentre si crea qualcosa è diventato uno dei segni distintivi delle relazioni più profonde.
Il fenomeno ha coinvolto anche Woobles, un’azienda che produce kit per uncinetto, alla festa per il suo quarto anniversario, si sono radunate più di 6.000 persone. L’evento gratuito è stato così affollato che in alcuni momenti si è dovuto attendere fino a cinque, sei ore per entrare.
Anche le realtà locali ne beneficiano. Saville Needleworks, negozio di ricamo a Dallas, a febbraio ha iniziato ad offrire corsi per principianti e avanzati che registrano sempre il tutto esaurito. Megan Spurr, responsabile marketing, ha spiegato che questa attività diventa un’alternativa sociale: si impara qualcosa, si socializza, e alla fine si realizza qualcosa di tangibile.