“È stata la caccia all’uomo più grande della storia del Minnesota”, ha dichiarato Joseph Thomson, U.S. Attorney ad interim. Poi ha ripercorso l’omicidio che lo scorso fine settimana ha sconvolto uno Stato, ha impegnato centinaia di agenti locali, statali e federali ed è terminato con la cattura di Vance Boelter, 57 anni, nella serata di domenica. L’uomo è sotto la custodia dei Marshals fino alla prossima udienza in tribunale a Saint Paul fissata per il 27 giugno. Fra le altre cose è accusato a livello federale di stalking, duplice omicidio, tentato omicidio e rischia l’ergastolo o addirittura la pena di morte.
Secondo le ricostruzioni di Thomson, Boelter si è recato nella casa a Champlin del senatore statale John Hoffman (democratico). “Era travestito da poliziotto, con un giubbotto antiproiettile e una maschera in silicone sul volto – ha raccontato il magistrato descrivendo le immagini delle telecamere di sicurezza dell’abitazione –. È arrivato a bordo di un SUV nero con le luci di emergenza accese. Sulla targa, c’era scritto police. È sceso dall’auto con una torcia e una Beretta 9mm nelle mani. Poi ha bussato alla porta gridando: Polizia, aprite! Si è inventato la scusa di aver sentito degli spari per introdursi nella casa, ma marito e moglie hanno capito che non era un agente e hanno tentato di chiuderlo fuori. A quel punto Boelter ha aperto il fuoco”. Nove sono stati i colpi inferti ai due coniugi. Ora dopo aver subito diverse operazioni sono fuori pericolo. Il governatore del Minnesota Tim Walz aveva riferito durante una conferenza stampa che li attenderà una lunga convalescenza.
“Poi Boelter si è recato a casa di un’altra deputata statale [democratica], a Maple Grove – ha ricostruito Thomson –, ma per fortuna lei non c’era. Allora si è diretto a New Hope, verso l’abitazione di un altro senatore statale (democratico). Avendo saputo dell’attacco a Hoffman, il distretto di polizia di New Hope aveva mandato un agente a controllare l’abitazione. La poliziotta in carico ha notato quindi l’auto di Boelter e l’ha scambiato per uno dei suoi, che si trovava là per il suo stesso motivo. Ha provato a parlarci, ma l’uomo non ha mai risposto”.
Infine, Boelter è andato a Brookyn Park, dove abitava la deputata statale Melissa Hortman (democratica). Prima che riuscisse a entrare nell’abitazione due agenti sono arrivati sul posto e ha aperto il fuoco su di loro. Poi è corso dentro casa, ha ucciso Hortman e il marito ed è fuggito. È scappato fino a domenica sera quando è stato rintracciato dopo aver trovato un’auto di sua proprietà. Anche se era armato, è stato arrestato “senza l’uso della forza”, hanno riferito le autorità.
Gli agenti sono riusciti a recuperare dall’auto manomessa il manifesto di Boelter (di cui ancora non sono stati dettagli), una serie di volantini con lo slogan “No Kings”, una borsa con cinque armi da fuoco e le rispettive munizioni, un biglietto di auguri per la Festa del Papà (che in USA si festeggia il 15 giugno) e una lista di almeno 45 individui da uccidere. Tra i nomi, che non sono stati diffusi, ci sono deputati, legislatori, medici pro-aborto e responsabili di alcuni centri Planned Parenthood e di altre cliniche sanitarie del Minnesota e di altri Stati. Tutti includono l’indirizzo di casa e se vivono con altri familiari.
“Se non ci fossimo mossi preventivamente – ha dichiarato Thomson – sarebbe successo di sicuro qualcos’altro”.
Le autorità non si sono sbilanciate sui possibili moventi di Boelter (politici o morali che siano). Nel corso di queste 48 ore, i media hanno cercato di costruire un profilo attorno all’uomo con gli indizi a disposizione. Sabato pomeriggio era rinveuto un messaggio che il 57enne aveva lasciato a uno dei suoi migliori amici e coinquilino saltuario, David Carlson: “David e Ron, vi voglio bene – ha riferito il Minnesota Star Tribune –. Ho fatto delle scelte di cui non sapete nulla, ma sarò via per un po’ Potrei morire a breve. Quindi voglio farvi sapere che vi voglio bene e che avrei preferito che le cose fossero andate in un altro modo. Non voglio dire altro per non implicarvi in alcun modo perché non ne sapete nulla. Ma vi voglio bene e mi dispiace”.
Boelter ogni tanto trscorreva qualche notte nel casolare di Carlson a Green Isle. L’amico aveva riferito alle autorità che il 57enne aveva pagato in anticipo quattro mensilità, aveva votato per Donald Trump alle ultime elezioni dello scorso novembre, ma non amava parlare di politica, e aveva problemi finanziari e mentali di recente.
Il passato lavorativo di Boelter è poco chiaro. Secondo Carlson, il 57enne lavorava in un’impresa di pompe funebri. Da LinkedIn, il New York Times riferisce che era stato direttore di un 7-Eleven a Minneapolis, poi amministratore delegato di Red Lion Group, nella Repubblica Democratica del Congo, infine che era a capo delle pattuglie della Praetorian Guard Security Services, un’azienda di sicurezza privata che gestiva insieme alla moglie. Sul sito web c’è scritto che i loro veicoli sono SUV Ford Explorer, la stessa marca dell’auto ritrovata dalla polizia di fronte alla casa della deputata Hortman.
Secondo alcuni moduli fiscali ripresi dal New York Times, Boelter gestiva con la moglie anche una no-profit cristiana, chiamata Revoformation Ministries. Pare che si fosse recato “a Gaza e in Cisgiordania” per “condividere il Vangelo con i militanti islamici e dire loro che la violenza non è la risposta”. Inoltre, sui social si è diffuso il video di un sermone, fatto da Boelter mentre era in Congo, dove critica le persone gay e transgender. “Ci sono persone, soprattutto in America, che non sanno di che sesso sono – diceva –. Non conoscono il loro orientamento sessuale, sono confuse. Il nemico è penetrato così profondamente nella loro mente e nella loro anima”.
Infine, le autorità hanno riferito Boelter aveva fatto parte del Workforce Development Board statale, un consiglio locale che funge da mediatore fra cittadini e Dipartimento di Lavoro federale e sviluppa piani strategici regionali tenendo conto delle direttive del governo e delle necessità del territorio. In Minnesota, è costituito da quarantuno membri nominati dal governatore. Il 57enne era stato scelto nel 2016 da Mark Dayton e poi riconfermato da Tim Walz e che aveva lavorato anche con il senatore Hoffman, ma non è chiaro quanto i due si conoscessero sul piano personale.
A questo punto però la scena politica del Minnesota è spaccata. Hortman era speaker della Camera statale da 2019 e da quest’anno condivideva la presidenza con la repubblicana Lisa Demuth (che ha condannato l’attacco alla collega) perché il numero dei democratici e dei membri del GOP è a metà – 67 a 67. Ora la maggioranza è in bilico.