I medici del Dipartimento per i Veterani potrebbero essere liberi di rifiutare i pazienti
I medici degli ospedali del Dipartimento per gli Affari dei Veterani (VA) in tutti gli Stati Uniti potrebbero rifiutarsi di curare i veterani democratici e quelli non sposati in base a nuove linee guida ospedaliere imposte a seguito di un ordine esecutivo di Donald Trump. Nel giustificare questi cambiamenti, i funzionari del VA citano l’ordine esecutivo del presidente del 30 gennaio intitolato “Difendere le donne dall’estremismo dell’ideologia di genere e ripristinare la verità biologica nel governo federale”. Lo scopo principale dell’ordine esecutivo era eliminare la maggior parte delle protezioni governative per le persone transgender. Da allora, il VA ha smesso di fornire la maggior parte delle cure di affermazione di genere e ha vietato un lungo elenco di termini, tra cui “affermazione di genere” e “transgender”, negli ambienti clinici.
Le nuove regole, ottenute dal Guardian, si applicano anche a psicologi, dentisti e a molte altre professioni. Sono già entrate in vigore in almeno alcuni centri medici del VA. Il personale medico è ancora obbligato a curare i veterani indipendentemente da razza, colore, religione e sesso, e tutti i veterani mantengono il diritto alle cure. Tuttavia, i singoli operatori sanitari ora sono liberi di rifiutarsi di assistere pazienti in base a caratteristiche personali. La formula che richiedeva ai professionisti della salute di curare i veterani indipendentemente dalle loro opinioni politiche e dallo stato civile è stata esplicitamente eliminata.
Israele-Iran, Trump: “a volte bisogna lasciarli combattere”
Mentre Israele e Iran continuano a scambiarsi missili e il bilancio delle vittime aumenta, Donald Trump ha parlato di una “pace imminente”. Però prima di partire per il vertice del G7 in Canada, domenica, gli è stato chiesto cosa stesse facendo per ridurre le tensioni. “Spero che si arrivi a un accordo. Penso che sia il momento per un accordo,” ha detto ai giornalisti, aggiungendo: “a volte devono risolverla combattendo”, “sometimes they have to fight it out.” Fate i bravi, ragazzi…
Al G7 la questione dazi sarà trattata soprattutto nei colloqui bilaterali
L’ultima volta che Trump partecipò a un vertice del G7 ospitato dal Canada – era il 2018 – arrivò in ritardo, insultò il suo ospite, l’allora premier canadese Justin Trudeau, definendolo “debole”, e poi lasciò il vertice per volare a Singapore, inviando un messaggio dall’Air Force One in cui si dissociava, insieme agli Stati Uniti, da un comunicato di 28 punti faticosamente negoziato. Trump aveva scoperto che Trudeau era stato così impertinente da criticare la sua politica dei dazi. Fu una delle conclusioni più disastrose nella storia cinquantennale del G7. Ora il premier del Canada Mark Carney, l’economista eletto in gran parte proprio perché si è opposto ai dazi di Trump contro Ottawa, non può far finta che il presidente Usa continui a parlare del Canada come del “51esimo Stato”, e né lui né gli altri membri del G7 possono fingere di ignorare i dazi commerciali nuovamente imposti dalla Casa Bianca. Per evitare altre esplosioni, Carney ha deciso di affrontare la questione principalmente attraverso colloqui bilaterali, e di rendere l’agenda principale del vertice il più possibile consensuale.
Morti di caldo: Trump attuerà la proposta federale di Biden?
Lo scorso agosto, nove lavoratori negli Stati Uniti, di età compresa tra i 19 e i 71 anni, sono morti per cause legate al caldo mentre svolgevano lavori come tagliare l’erba, scaricare camion, riparare attrezzature agricole o lavorare nell’edilizia, secondo i dati federali sul luogo di lavoro. Poiché i decessi legati al caldo sono difficili da monitorare, è probabile che questo numero sia una sottostima. A partire da oggi, l’Occupational Safety and Health Administration (OSHA) tiene udienze pubbliche su una proposta per prevenire malattie e morti causate dal caldo sul lavoro, la prima normativa federale di questo tipo. Presentata la scorsa estate dall’amministrazione Biden, la proposta richiederebbe ai datori di lavoro di fornire acqua e pause di riposo quando le temperature superano determinati livelli. L’amministrazione Trump non ha risposto alle richieste di commento del New York Times e non è legalmente obbligata a sostenere la proposta Biden. Fin qui, il presidente in carica ha portato avanti un ampio programma di deregolamentazione, cercando di annullare regolamenti ambientali e sulla sicurezza, e la nuova norma così come è stata scritta ha già incontrato l’opposizione delle imprese e dei Repubblicani.
Gli storici che hanno lasciato gli Usa per il Canada: “il fascismo comincia così”
Lo scorso mese, Marci Shore, docente di slavistica, insieme a suo marito e collega storico esperto di storia europea, Timothy Snyder, e all’accademico Jason Stanley, hanno fatto notizia in tutto il mondo annunciando il trasferimento dalla Yale University negli Stati Uniti all’Università di Toronto in Canada. Non è stato tanto il trasferimento in sé ad attirare l’attenzione, quanto il motivo. Come recitava il titolo di un breve video editoriale realizzato dal trio per il New York Times: “Studiamo il fascismo, e stiamo lasciando gli Stati Uniti”. In modo netto, Shore ha evocato l’estremo avvertimento della storia. “La lezione del 1933 è: bisogna andarsene prima piuttosto che dopo.” Insomma ciò che accadde allora, in Germania, potrebbe accadere ora, nell’America di Donald Trump – e chiunque fosse tentato di accusarla di esagerazione o allarmismo commette un errore. “I miei colleghi e amici dicevano: ‘Le nostre istituzioni hanno pesi e contrappesi. Respira! Pesi e contrappesi. E io pensavo: Dio, siamo come le persone sul Titanic che dicono, ‘La nostra nave non può affondare. Abbiamo la nave migliore. Abbiamo la nave più solida. Abbiamo la nave più grande.’ E quello che sai, da storico, è che non esiste una nave che non possa affondare”.