Dopo due giorni di ricerche ininterrotte in tutto il Minnesota, le autorità hanno trovato e arrestato Vance Boelter, 57 anni. Stava fuggendo nei boschi attorno alla casa che aveva preso in affitto per nascondersi a Green Isle, vicino a quella in cui aveva vissuto con la moglie e i suoi cinque figli. Aveva con sé una pistola 9mm e tre fucili da assalto AK-47, oltre a una lista di 70 bersagli. A suo carico pendono due accuse di omicidio di secondo grado e due di tentato omicidio. Il sovrintendente del Bureau of Criminal Apprehension Drew Evans non ha voluto rivelare dove è detenuto al momento, sostenendo che verranno rilasciati i dettagli una volta terminato l’interrogatorio.
All’alba di sabato, era entrato nell’abitazione a Brooklyn Park della deputata statale Melissa Hortman (democratica), travestito da poliziotto, e aveva aperto il fuoco uccidendo lei e il marito Mark. Il commissario del Department of Public Safety del Minnesota Bob Jacobson ha dichiarato che, sfruttando la divisa da agente per compiere attacchi, Boelter “ha sfruttato la fiducia che le nostre uniformi sono destinate a rappresentare. Questo tradimento ha turbato profondamente quelli di noi che portano il distintivo con onore e responsabilità”.
Poco prima, il 57enne era piombato a casa del senatore statale John Hoffman (democratico), a Champlin, e aveva ferito lui e la moglie Yvette con 9 colpi di pistola ciascuno. Questi ultimi hanno subito diverse operazione e ora sono coscienti, ma avranno una lunga convalescenza, ha dichiarato il governatore dello Stato Tim Walz.
Dalla perquisizione di un altro casolare a Green Isle, dove Boelter trascorreva qualche notte ogni tanto, è emerso che, prima di entrare in azione, il 57enne aveva lasciato un messaggio ai suoi coinquilini. “David e Ron, vi voglio bene – ha riferito il Minnesota Star Tribune –. Ho fatto delle scelte di cui non sapete nulla, ma sarò via per un po’ Potrei morire a breve. Quindi voglio farvi sapere che vi voglio bene e che avrei preferito che le cose fossero andate in un altro modo. Non voglio dire altro per non implicarvi in alcun modo perché non ne sapete nulla. Ma vi voglio bene e mi dispiace”.
Uno dei due coinquilini, David Carlson, che era anche il suo migliore amico, ha dichiarato che il 57enne aveva pagato in anticipo quattro mesi di affitto, aveva votato per Donald Trump alle ultime elezioni dello scorso novembre, ma non amava parlare di politica. Pare che di recente avesse problemi finanziari e mentali.
Il passato lavorativo di Boelter è poco chiaro. Secondo Carlson, il 57enne lavorava in un’impresa di pompe funebri. Da LinkedIn, il New York Times riferisce che il fuggiasco era stato direttore di un 7-Eleven a Minneapolis, poi amministratore delegato di Red Lion Group, nella Repubblica Democratica del Congo, infine che era a capo delle pattuglie della Praetorian Guard Security Services, un’azienda di sicurezza privata che gestiva insieme alla moglie. Sul sito web c’è scritto che i loro veicoli sono SUV Ford Explorer, la stessa marca dell’auto ritrovata dalla polizia di fronte alla casa della deputata Hortman.
All’interno del veicolo, le autorità hanno trovato il manifesto di Boelter, una serie di volantini con lo slogan “No Kings”, una borsa piena di munizioni, un biglietto di auguri per la Festa del Papà (che in USA si festeggia il 15 giugno) e una lista di quasi 70 individui da uccidere. Tra i nomi, che non sono stati diffusi, CNN riporta che ci sono deputati, legislatori, medici pro-aborto e responsabili di alcuni centri Planned Parenthood per la fecondazione assistita e di altre cliniche sanitarie del Minnesota e di altri Stati. Alcune fonti hanno confermato a 5 EYEWITNESS NEWS che tutti i possibili bersagli sono sotto custodia preventiva.
Le autorità hanno anche riferito che Boelter aveva fatto parte del Workforce Development Board statale, un consiglio locale che funge da mediatore fra cittadini e Dipartimento di Lavoro federale e sviluppa piani strategici regionali tenendo conto delle direttive del governo e delle necessità del territorio. In Minnesota, è costituito da quarantuno membri nominati dal governatore. Il 57enne era stato scelto nel 2016 da Mark Dayton e poi riconfermato da Tim Walz e che aveva lavorato anche con il senatore Hoffman, ma non è chiaro quanto i due si conoscessero sul piano personale.

Secondo alcuni moduli fiscali ripresi dal New York Times, Boelter gestiva con la moglie anche una no-profit cristiana, chiamata Revoformation Ministries. Pare che si fosse recato “a Gaza e in Cisgiordania” per “condividere il Vangelo con i militanti islamici e dire loro che la violenza non è la risposta”. Inoltre, sui social si è diffuso il video di un sermone, fatto da Boelter mentre era in Congo, dove critica le persone gay e transgender. “Ci sono persone, soprattutto in America, che non sanno di che sesso sono – diceva –. Non conoscono il loro orientamento sessuale, sono confuse. Il nemico è penetrato così profondamente nella loro mente e nella loro anima”.
Il governatore Walz ne ha parlato come “una violenza politica mirata”. Durante la conferenza stampa nella notte di domenica, ha commentato che l’attacco ha “alterato lo Stato del Minnesota”, che è stata la più grande ricerca di un uomo nella storia del territorio. Evidentemente molto turbato aveva reso omaggio a Hortman, “la speaker più importante nella storia dello Stato”.
Hortman era stata eletta per la prima volta alla Camera del Minnesota nel 2004 ed è stata speaker dal 2019 al 2025. Durante l’ultima sessione legislativa, dato che la Camera è perfettamente divisa fra 67 deputati democratici e 67 repubblicani, era stata decisa una co-presidenza condivisa con la repubblicana Lisa Demuth (che ha condannato l’attacco alla collega). La maggioranza ora è in bilico.