Siamo alla vigilia del G7 a Kananaskis, in Canada, il primo da quando Donald Trump è rientrato alla Casa Bianca lo scorso 20 gennaio. Il presidente americano, il più atteso dopo l’escalation della guerra in Medio Oriente, prenderà un volo alla fine della parata militare a Washington per raggiungere i suoi colleghi e discutere sette questioni urgenti.
Prima fra tutte il conflitto in Ucraina. Insieme ai leader di Canada (Mark Carney), Francia (Emmanuel Macron), Germania (Friedrich Merz), Giappone (Shigeru Ishiba), Italia (Giorgia Meloni), Regno Unito (Keir Starmer) e Stati Uniti, ci saranno anche l’ucraino Volodymy Zelensky che ha già chiesto di poter parlare con Trump per riprendere i negoziati.
Anche la presidente messicana Claudia Sheinbaum è fra gli ospiti invitati da Carney per organizzare una trilaterale con Trump sulle tariffe.
Gli altri dossier riguardano Intelligenza Artificiale, tecnologie quantistiche, contrasto agli incendi, finanziamento dello sviluppo, repressione trasnazionale, minerali rari e dazi americani, che stanno facendo tremare i mercati del mondo. Meloni si occuperà della sessione dedicata alle comunità sicure e al traffico dei migranti dando continuità alla coalizione avviata lo scorso anno a Borgo Egnazia, basata sulla cooperazione dell’intelligence e sul sequestro dei proventi illeciti.
In vista del G7 la premier italiana ha convocato una riunione con i ministri più coinvolti e i vertici dell’intelligence nazionale. Poi ha chiamato Trump, Merz, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – anche lei volerà in Canada con il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa – e i leader di Arabia Saudita, Giordania, Oman ed Emirati Arabi. Secondo alcune fonti governative, Meloni avrebbe parlato anche con il presidente israeliano Benjamin Netanyahu.
Non è previsto un comunicato congiunto al termine del G7, il 17 giugno, ma saranno diffuse sette dichiarazioni brevi relative a ciascun tema.