DTTM Operations LLC, l’ente che gestisce i marchi per conto del presidente Donald Trump, ha presentato domanda per utilizzare il suo nome e il termine “T1” per lanciare una nuova serie di servizi riguardanti le telecomunicazioni.
Le richieste, in particolare, riguardano telefoni cellulari, custodie, caricabatterie e servizi di telefonia mobile, nonché, potenzialmente, negozi al dettaglio. Le domande presso l’Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti sono state depositate giovedì.
“Sebbene la registrazione di un marchio non garantisca il lancio di un prodotto, la specificità delle domande richiede una seria considerazione”, ha affermato venerdì Josh Gerben, avvocato specializzato in marchi e fondatore dello studio legale Gerben IP. “Segnerebbe una significativa espansione per gli affari privati di Trump, che storicamente si sono concentrati su immobili, ospitalità e prodotti di marca”
Secondo quanto spiegato da quest’ultimo, i documenti lasciano intendere che potrebbero essere in fase di elaborazione piani per il lancio di un nuovo telefono cellulare o un servizio a marchio Trump, in grado di competere con Verizon Communications Inc., AT&T Inc. e T-Mobile US Inc.
Nel recente passato, il presidente statunitense è stato spesso protagonista di iniziative commerciali simili, lontane anni luce per certi versi dalla sfera politica, lanciate per far crescere il proprio brand e, di conseguenza, i propri guadagni.
Nell’ultimo anno, una delle maggiori fonti di reddito di Trump sono stati i 57.355.532 dollari che ha ricevuto grazie alla sua quota di partecipazione alla World Liberty Financial, la piattaforma di criptovalute lanciata lo scorso anno. Le vendite di token digitali di World Liberty sono state molto redditizie per Trump e la sua famiglia.
Altrettanto bene sono andate le vendite di diversi prodotti recanti il suo nome. Le Trump sneakers ed i profumi con il suo marchio, ad esempio, hanno fruttato al presidente 2.500.000 di dollari. Dalle ormai note Chitarre “45”, invece, ha ricavato ulteriori $ 1.055.100. Persino la vendita della Bibbia personalizzata ha fruttato oltre il milione di dollari, mentre quella degli orologi ha sfiorato i 3 milioni.
Gli interessi commerciali di Trump, in particolare nel settore del branding e del merchandising, sono rimasti attivi durante la sua presidenza, sollevando preoccupazioni su potenziali conflitti di interesse. A differenza dei presidenti precedenti, che hanno collocato i loro beni in blind trust o si sono ritirati da attività commerciali private, Trump ha mantenuto la proprietà della Trump Organization, anche se, almeno nominalmente, ha trasferito la gestione ai suoi figli.
Gli esperti sostengono che queste attività suggeriscono uno sforzo per monetizzare la presidenza, soprattutto perché Trump non rischia più la rielezione e ha meno incentivi a imporre restrizioni ai suoi affari.
Inoltre, la Trump Organization ha abbandonato il divieto autoimposto di concludere affari con l’estero, che era in vigore durante il primo mandato del leader Maga. Sebbene Trump abbia difeso il suo approccio sottolineando la sua decisione di allontanarsi dalle operazioni commerciali quotidiane e di donare il suo stipendio presidenziale, i gruppi di vigilanza sostengono che queste misure non sono in grado di prevenire i conflitti di interesse.