È stato rintracciato su un’isola greca, dove — secondo gli inquirenti — stava probabilmente pianificando di fuggire. Si tratta di Rexal Ford, cittadino americano di 46 anni, arrestato a Skiathos, nell’arcipelago delle Sporadi. L’uomo è accusato dell’omicidio di una neonata e dell’occultamento del cadavere di una donna, presumibilmente sua compagna, trovati sei giorni fa all’interno di villa Pamphili, uno dei parchi più frequentati di Roma.
La donna, infatti, è stata trovata nuda, chiusa in un sacco, nascosta sotto una siepe. Il comportamento di Ford viene definito dagli inquirenti “poco comprensibile”: era stato visto più volte in compagnia della donna e della bambina, come confermato anche da immagini di videosorveglianza, ma si è poi allontanato dal territorio nazionale abbandonandole, senza mai allertare i soccorsi.
Resta ancora da chiarire il movente dell’omicidio della piccola, morta presumibilmente il giorno prima del ritrovamento. Durante un controllo avvenuto nei giorni precedenti, Ford avrebbe dichiarato di essere il padre della neonata. Un’affermazione che sarà ora oggetto di verifica da parte degli inquirenti, poiché al momento “non ci sono elementi scientifici per avere la certezza della relazione parentale”.
Tra i punti fermi dell’indagine — definita dalla Procura “estremamente complessa” — ci sono le tappe della fuga dell’uomo all’estero. Ford era partito l’11 giugno dallo scalo di Fiumicino con un volo di linea. Non è escluso che stesse pianificando di lasciare anche l’isola greca per far perdere definitivamente le proprie tracce.
Quella che inizialmente sembrava la storia di un uomo ai margini della società si sta rivelando ben più articolata. Gli investigatori stanno ora ricostruendo i suoi spostamenti anche attraverso l’analisi delle transazioni effettuate con la sua Mastercard e delle schede telefoniche utilizzate durante la fuga. Da circa due anni girava in Europa. Non è ancora chiaro da quanto tempo la donna e la bambina fossero con lui, né in che contesto si siano conosciuti.
Le autorità greche hanno disposto l’estradizione con procedura accelerata: per il trasferimento in Italia saranno necessari circa 20-25 giorni.
Una segnalazione decisiva è arrivata da un cittadino che, dopo aver riconosciuto l’uomo nelle immagini diffuse, ha raccontato ai media di aver assistito a una violenta lite: “Era una scena terribile. L’uomo era chiaramente in uno stato di alterazione e strattonava la donna, che teneva in braccio una bambina.”
Le indagini, tuttora in corso, puntano a chiarire non solo l’identità della donna e della piccola, ma anche le circostanze della loro morte. I primi riscontri fanno risalire la presenza del trio in Italia ad aprile, ma non risultano registrazioni ufficiali del loro ingresso nel Paese.
Secondo testimonianze raccolte dalla polizia in questi giorni, i tre avrebbero fatto uso dei servizi della Caritas. Il nome dell’uomo, infatti, sarebbe stato annotato durante una delle visite, ed è riemerso durante l’identificazione dopo la lite segnalata. Alcuni commercianti della zona di San Pietro hanno riferito che, nella settimana precedente al ritrovamento dei cadaveri, i tre mangiavano frequentemente presso i tavoli del mercato San Silverio e si lavavano nei bagni pubblici della struttura.
“Era una persona violenta,” ha dichiarato un testimone. “Un mese fa ha aggredito un bambino che stava giocando e lo aveva involontariamente disturbato.”