Quattro uomini detenuti per conto dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) nel centro privato di detenzione di Delaney Hall a Newark, New Jersey, sono evasi nella notte di giovedì, scatenando una vasta operazione di ricerca e accendendo i riflettori su una delle strutture più controverse d’America.
Il Dipartimento della Sicurezza Interna (DHS) ha confermato l’evasione e identificato gli uomini come Franklin Norberto Bautista-Reyes, Joel Enrique Sandoval-Lopez, Joan Sebastian Castaneda-Lozada e Andres Pineda-Mogollon, tutti originari dell’Honduras e della Colombia, detenuti per precedenti reati nello Stato. Le autorità li considerano una “minaccia per la sicurezza pubblica” e, in collaborazione con l’FBI, hanno messo una taglia di 10.000 dollari per informazioni che conducano al loro arresto.
The four migrant detainees who escaped from a US Immigration and Customs Enforcement detention center in Newark during a riot were behind bars for assault and burglary charges,
The men were identified as Franklin Norberto Bautista-Reyes and Joel Enrique Sandoval-Lopez, both of… pic.twitter.com/NPsr8poBNV
— Breaking News (@TheNewsTrending) June 13, 2025
L’ICE ha attivato la rete di forze dell’ordine locale, invitando i cittadini a segnalare qualunque informazione utile. Ma il caso ha già preso una piega politica.
Delaney Hall è da tempo al centro di polemiche per presunti maltrattamenti ai danni dei detenuti. A maggio, durante un’ispezione parlamentare non preannunciata, la deputata democratica LaMonica McIver è stata incriminata per aggressione e interferenza con funzionari federali, dopo essersi recata nella struttura per verificare denunce su isolamento punitivo e condizioni definite “disumane”. Nella stessa occasione, anche il sindaco di Newark Ras Baraka è stato temporaneamente arrestato, accusa poi ritirata, e ha da allora intentato una causa contro la procuratrice federale facente funzioni, Alina Habba, accusandola di “persecuzione politica”.
Alina Habba, nota per la sua fulminea ascesa da avvocata in cause minori in New Jersey alla ribalta nazionale come legale personale di Donald Trump, è stata recentemente nominata United States Attorney per il distretto del New Jersey. Una nomina criticata da giuristi e oppositori politici per l’assenza di esperienza penale e la chiara appartenenza politica.
Proprio la sua gestione del caso Delaney Hall ha aggravato i sospetti: secondo il sindaco Baraka, l’ufficio di Habba avrebbe usato il diritto penale come strumento per intimidire chi tenta di vigilare su strutture carcerarie private.
Delaney Hall è gestito dalla GEO Group, una delle più grandi aziende di detenzione privata degli Stati Uniti, con 20 strutture ICE e circa 19.000 posti letto. A febbraio, GEO ha finalizzato un contratto da 1 miliardo di dollari con il governo federale per garantire “servizi di assistenza residenziale sicura” a favore dell’amministrazione Trump.
Il CEO del gruppo, J. David Donahue, ha recentemente annunciato un investimento di 38 milioni di dollari per ristrutturare le strutture, 16 milioni per nuovi dispositivi GPS di localizzazione e 7 milioni per potenziare la flotta di trasporto detenuti, con l’obiettivo dichiarato di sostenere i piani di deportazione di massa dell’amministrazione Trump.
I vertici di GEO, in particolare il fondatore George Zoley e lo stesso Donahue, hanno stretti legami con Donald Trump. GEO ha versato oltre 500.000 dollari a comitati pro-Trump, incluso il Super PAC Trump Save America. Zoley ha soggiornato più volte al Trump Hotel di Washington, e l’azienda ha finanziato con 250.000 dollari la cerimonia di insediamento presidenziale del 2017.
Ma i legami non si fermano lì. Tom Homan, ex direttore dell’ICE e ora uno dei principali consiglieri di Trump in materia migratoria, ha lavorato come consulente per GEO Group prima di tornare a ruoli federali durante l’amministrazione Trump. Il conflitto d’interessi è stato oggetto di diverse denunce da parte di watchdog indipendenti.
Con quattro detenuti ancora in fuga, ispezioni negate ai parlamentari, una procuratrice accusata di conflitto d’interessi e una società privata legata economicamente e ideologicamente alla presidenza, il caso Delaney Hall si trasforma in un caso nazionale.
“Le carceri private sono un problema costituzionale”, ha dichiarato il sindaco Baraka, “e rappresentano una minaccia non solo per i diritti dei detenuti ma per il controllo democratico del sistema penale”.
Per l’amministrazione Trump, impegnata in una campagna di “ordine e sicurezza” e nell’espulsione rapida di centinaia di migliaia di immigrati, Delaney Hall potrebbe diventare il simbolo di un sistema fuori controllo.