Meta ha confermato di aver investito circa 15 miliardi di dollari per acquistare il 49% di Scale AI, start-up specializzata nella produzione di dati per modelli di intelligenza artificiale. L’accordo, comunicato giovedì con una nota, include anche l’ingresso del CEO Alexandr Wang nei ranghi del gruppo guidato da Mark Zuckerberg, con un ruolo centrale nel nuovo laboratorio di ricerca sull’“AI superintelligente”.
Il comunicato diffuso dalla società californiana parla di una “partnership strategica” che punta a “rafforzare la collaborazione nella generazione di dataset per l’addestramento dei modelli”. Ma dietro la formula diplomatica si nasconde un’operazione molto più mirata: secondo diversi analisti, il vero obiettivo dell’accordo sarebbe proprio Wang, 28 anni, figura chiave nell’ecosistema AI americano, anche se lontano dai riflettori.
Secondo Ben Thompson, voce influente della Silicon Valley, si tratta di un “acquihire molto costoso di Alexandr Wang”: un’acquisizione in cui il valore dell’accordo è giustificato più dal talento individuale che dalle prospettive dell’azienda acquistata. In passato, simili operazioni venivano considerate una via d’uscita elegante per start-up in difficoltà: il team veniva assorbito, il prodotto accantonato e gli investitori recuperavano parte del capitale.
Ma nel caso di Scale AI, il contesto è ben diverso. L’azienda – già partner di Meta e OpenAI – era stata valutata intorno ai 13-14 miliardi di dollari nel 2023. Con quest’ultima operazione, il suo valore sale a quasi 30 miliardi.
Lo scorso anno Microsoft ha versato 650 milioni a Inflection, formalmente come “diritti di licenza”, ma nei fatti per assicurarsi le competenze del fondatore Mustafa Suleyman e parte del suo team. Poco dopo, Google ha investito 2,7 miliardi in Character.AI, puntando tutto su Noam Shazeer. Ora Zuckerberg rilancia con un’operazione di scala doppia, nella speranza di portare Wang nel cuore del suo nuovo laboratorio d’élite.
La natura dell’accordo resta ambigua. C’è chi, come Reed Albergotti di Semafor, sostiene che non si tratti di un puro acquihire, visto che Scale AI continuerà a fornire servizi a Meta. Ma tra gli osservatori del settore prevale una lettura più netta, ossia che l’investimento è un anticipo sul contributo diretto che Wang offrirà all’architettura AI di Menlo Park.
Una scelta che ha sorpreso più di un addetto ai lavori. Wang non è un ricercatore di primo piano né un pioniere dell’AI accademica. Secondo quanto riportato dal Financial Times, è “un imprenditore con solide competenze tecniche, ma non un ricercatore di punta”. Più abile nel vendere la visione aziendale che nel guidare un team di ingegneri, dicono fonti interne. Eppure il suo profilo sembra avere convinto Zuckerberg.
Con questa mossa, Meta prova a evitare gli errori del passato. I fondatori di Instagram e WhatsApp – Kevin Systrom, Mike Krieger, Jan Koum e Brian Acton – hanno tutti lasciato l’azienda dopo essere stati comprati a peso d’oro. Alcuni, come Krieger, oggi guidano progetti in diretta concorrenza con la casa madre.