Un ritorno al passato per ripensare il futuro. L’isola di Portorico sta lentamente riscoprendo le proprie radici europee. Dopo oltre un secolo sotto il controllo degli Stati Uniti, parte della popolazione guarda ora alla Spagna con occhi diversi proponendo una clamorosa reintegrazione.
Questa è anche la visione del movimento politico portoricano “Adelante Reunificacionistas”, che suggerisce di abbandonare lo status di territorio statunitense per diventare, la diciottesima comunità autonoma della penisola iberica.
L’organizzazione, nata nel 2017, oggi sempre più visibile nel dibattito pubblico locale, accarezza da tempo l’idea. Secondo quanto affermato dal suo presidente, José Lara, circa il 13% dei portoricani sosterrebbe questa opzione, vedendola come una via d’uscita dalla stagnazione economica e democratica che, affligge l’isola da oltre un secolo.
Lara denuncia apertamente “un secolo di soggezione” sotto l’autorità americana. Pur essendo cittadini degli Stati Uniti, infatti, i “boricua” non possono votare alle elezioni presidenziali e godono solo di una rappresentanza simbolica al Congresso. A detta del leader del movimento, questo status li condanna a una sorta di limbo politico e identitario.
Secondo i promotori dell’iniziativa, la riunificazione con la Spagna porterebbe benefici concreti: il ritorno sotto la nuova amministrazione consentirebbe l’accesso pieno all’Unione Europea, la tutela della lingua spagnola, parlata dal 95% della popolazione, e una valorizzazione dell’identità culturale ispanica.
“Portorico non ha mai voluto separarsi davvero dalla penisola iberica”, affermano i portavoce del gruppo, citando le origini storiche del territorio come colonia spagnola dal 1493, anno in cui Cristoforo Colombo la battezzò San Juan Bautista. Solo nel 1898, in seguito alla guerra ispano-americana, passò sotto controllo statunitense.
Lo schieramento propone un modello ispirato alle Isole Canarie o alla Catalogna, con una forte autonomia interna e la possibilità di agire come ponte culturale tra Europa e America Latina.
Tuttavia al momento l’ipotesi appare più simbolica che concreta. Non sono state avviate negoziazioni ufficiali né con Washington né con Madrid, e la stessa Spagna non ha ancora rilasciato dichiarazioni formali. Tuttavia, l’interesse crescente per un’alternativa allo status quo testimonia un fermento identitario degno di attenzione.
Con una popolazione di circa 3,2 milioni di abitanti e un’economia che fatica a decollare, Portorico vive da anni una crisi silenziosa ma profonda. Il tasso di povertà, vicino al 40%, e la costante emigrazione verso gli Usa continentali sono il riflesso di un disagio radicato. Nonostante un PIL pro capite superiore a quello di molte nazioni latinoamericane, il Paese resta fortemente dipendente dai sussidi federali statunitensi e da un’economia pubblica spesso sotto osservazione, con il debito pubblico monitorato da un’autorità federale imposta da Washington.