L’amico di Barron Trump rivendica l’espulsione di Khaby Lame dagli Stati Uniti
Bo Loudon, influencer MAGA e amico personale di Barron Trump, ha rivendicato pubblicamente la responsabilità dell’espulsione del tiktoker italo-senegalese Khaby Lame dagli Stati Uniti. In una serie di post su X, Loudon ha dichiarato di aver “lavorato con i patrioti dell’amministrazione Trump” per far arrestare Lame all’aeroporto di Las Vegas, dove è stato fermato dall’ICE (Immigration and Customs Enforcement) il 6 giugno per una violazione del visto. Lame, 25 anni, nato a Dakar ma in Italia da quando aveva un anno e ora cittadino italiano, era entrato nel Paese ad aprile con un permesso temporaneo. Ha accettato un rimpatrio volontario ed è ora ripartito.
Bo Loudon ha 18 anni, conta 200mila seguaci su X e nei suoi posti definisce Khaby Lame come un “alieno (straniero, ndr) illegale di estrema sinistra”: “ho scoperto che era un illegale che si era trattenuto con un visto invalido, evadeva le tasse e mi sono mosso personalmente per farlo arrestare”. L’ICE ha confermato il fermo ma non ha attribuito alcun ruolo a Loudon. Lame non ha rilasciato dichiarazioni. È adesso una delle personalità più note ad essere coinvolte nel giro di vite trumpiano contro l’immigrazione. Lame è la star più seguita di TikTok, diventato popolare durante il lockdown con i suoi video esilaranti di risposta ai video di life hack, cioè trucchetti e aggeggi che in teoria dovrebbero semplificare la vita. Svolge il compito del video in maniera “normale”, in silenzio (con le mani, una forchetta, un cucchiaio, un bicchiere…) finendo col suo tipico gesto: le mani coi palmi rivolti in alto come a dire “beh, così non va bene?”. I suoi video non sono politici.
Il Wall Street Journal boccia la tregua con la Cina: “Trump ha ceduto”
Non c’è nulla da festeggiare: Il comitato editoriale del Wall Street Journal, storicamente vicino al mondo imprenditoriale e influente tra i repubblicani moderati, boccia la tregua commerciale con la Cina come una resa mascherata da vittoria: “Trump ha ceduto, Pechino ha il coltello dalla parte del manico”. Secondo il quotidiano, Trump non ha una vera strategia commerciale e ha indebolito la posizione USA, isolandosi anche dagli alleati. La tregua, spiega l’Opinion del giornale, è sbilanciata a favore di Pechino perché Washington ha ridotto i dazi e allentato restrizioni su export e visti, mentre la Cina ha solo sospeso per sei mesi i limiti sull’export di terre rare, mantenendo così una leva strategica.
La popolarità di Trump scende al 38%
Un sondaggio Quinnipiac (é giudicato il sondaggio “più importante tra quelli condotti da università” a livello nazionale), rileva che solo il 38% degli elettori approva la gestione presidenziale di Trump, contro il 54% che la boccia, con un calo di 3 punti rispetto ad aprile. La peggiore performance per la sua gestione riguarda la guerra Russia‑Ucraina, con appena il 34% di approvazione. Il 53% degli elettori è contrario alla “Big Beautiful Bill”, la proposta di legge su tasse e spesa, mentre a favore è solo il 27%. Grande malumore verso i due partiti, disapprovazione per Musk, sostegno per gli studenti stranieri in Usa, e forte approvazione per la difesa dell’Europa.
Trump a teatro inaugura il “suo” Kennedy center
Trump ha partecipato ieri sera alla prima di Les Misérables al Kennedy Center, accompagnato dalla moglie Melania, dal vicepresidente JD Vance e dalla second lady Usha Vance. È la sua prima presenza a uno spettacolo al Kennedy Center da quando ha rimosso il precedente board e la direzione, assumendo il ruolo di presidente del consiglio d’amministrazione e nominando fedelissimi nei ruoli chiave. Lo spettacolo era sold out. La reazione del pubblico è stata mista: si sono segnalati sia applausi che fischi. Alcuni membri del cast hanno boicottato la serata in segno di protesta contro la nuova gestione e le politiche culturali di Trump. Hanno rinunciato a esibirsi, sostituiti da understudy. All’esterno si sono svolte manifestazioni di dissenso.
Sabato in Texas schierata la Guardia nazionale contro le proteste
Il governatore del Texas Greg Abbott ha schierato le truppe della Guardia Nazionale in vista delle manifestazioni attese per sabato nell’ambito della protesta nazionale “No Kings Mass Protest”, contemporanea alla sfilata militare convocata da Trump a Washington. Le truppe sono state dispiegate in diverse città, tra cui San Antonio, dove il sindaco Ron Nirenberg ha dichiarato di non aver ricevuto “alcuna comunicazione” e ha definito la mossa “una provocazione esterna”.
I raid anti immigrati mettono a rischio la produzione alimentare
I raid anti-immigrati minacciano settori critici come macelli, agricoltura e costruzioni, dove gli immigrati irregolari costituiscono circa il 5% della forza lavoro USA. Il maxi-blitz dell’ICE in uno stabilimento di carne a Omaha, dove circa 75 lavoratori sospettati di essere irregolari sono stati arrestati, evidenzia i rischi della strategia repressiva estesa a livello nazionale. L’impianto è quasi fermo, con gravi ricadute su produzione e filiera alimentare. Il timore è che operazioni simili, già pianificate in altri stati, possano aggravare la carenza di manodopera *nei settori agricolo, edilizio e industriale.
Giudice blocca la detenzione di Mahmoud Khalil
Continua la battaglia in tribunale nel caso di Mahmoud Khalil. Un giudice federale del New Jersey ha sospeso la detenzione di Khalil, l’ex studente della Columbia University e attivista pro‑Palestina, impedendo al governo Trump di trattenerlo in base a una regola migratoria poco utilizzata legata alla politica estera. Il giudice Michael Farbiarz ha definito quella norma “probabilmente incostituzionale” a ha sottolineato il danno irreparabile alla reputazione e alla libertà di espressione di Khalil. Il governo ha tempo fino a venerdì per presentare appello.
Niente soldati sovrappeso alle spalle di Trump
Secondo un’inchiesta di Rolling Stone, per il discorso di Trump al Fort Bragg, martedì, durante le celebrazioni del 250° anniversario dell’Esercito degli Stati Uniti, i soldati scelti per stare alle sue spalle sono stati accuratamente selezionati. Le comunicazioni interne chiedevano di evitare eventuali oppositori politici e specificavano: “no soldati sovrappeso”. Questo aiuta a spiegare perché l’evento sia sembrato un comizio propagandistico, con militari in uniforme, al 98% bianchi, che applaudivano e fischiavano a seconda delle invettive del presidente, in palese violazione della tradizionale neutralità politica delle forze armate. Una messa in scena che ha suscitato dure reazioni da parte di storici, analisti militari e commentatori, allarmati per l’erosione della tradizionale neutralità delle forze armate e per il crescente intreccio tra apparato militare e messaggio politico.
La telefonata della pace?
Dopo una serie di attacchi reciproci sui social media, Elon Musk ha contattato Donald Trump per telefono, per cercare una riconciliazione. Musk ha avuto colloqui anche con il vicepresidente JD Vance e la capo dello staff della Casa Bianca, Susie Wiles, e poi ha espresso pubblicamente il suo rammarico per i post critici verso il presidente. Trump ha mantenuto una posizione cauta, mentre Musk ha rimosso alcuni suoi commenti più duri e ha iniziato a riallinearsi politicamente con il presidente. Il miliardario cerca di proteggere gli interessi di SpaceX e la sua influenza politica, mentre Trump valuta se accettare questa nuova apertura.