Mentre Donald Trump porta avanti una campagna di deportazioni aggressive, le operazioni dell’ICE, l’agenzia federale per l’immigrazione, stanno mettendo in ginocchio interi settori. Il caso più eclatante è quello di Omaha, in Nebraska, dove 75 lavoratori sospettati di essere irregolari sono stati arrestati nello stabilimento della Glenn Valley Foods, provocando il blocco quasi totale delle attività.
L’impianto, riferisce il presidente dell’azienda Chad Hartmann, ha visto la produzione crollare all’80% nel giro di 24 ore. Oltre agli arresti, diversi dipendenti hanno scelto di non presentarsi più per paura. Una situazione che, secondo Hartmann, ha creato un “buco operativo” difficile da colmare in tempi brevi. Glenn Valley, che fornisce carne bovina e pollo a ristoranti e supermercati, sta cercando urgentemente nuovo personale, ma senza certezze.
Il danno, però, si estende ben oltre i cancelli dell’impianto. Gli analisti del settore e i commercianti di bestiame temono un effetto a catena: se le aziende non riusciranno a garantire la trasformazione del prodotto, la domanda si blocca e la filiera intera rallenta. Il tutto in un contesto già fragile, con i prezzi della carne bovina ai massimi da decenni e le mandrie statunitensi al livello più basso degli ultimi 70 anni a causa della siccità.
Matt Wiegand, broker di FuturesOne, ha segnalato un clima crescente di incertezza, con i futures sul bestiame messi sotto pressione proprio durante il raid. Intanto, secondo Julie Anna Potts del Meat Institute, la più grande associazione di categoria negli Stati Uniti per aziende operanti nella lavorazione di carne, con sede in Virginia, il comparto soffre da anni di una grave carenza di manodopera, peggiorata durante la pandemia, quando molti impianti furono costretti a chiudere.
Il problema ha radici profonde. Più della metà dei lavoratori nei macelli e impianti di confezionamento sono immigrati, molti dei quali privi di documenti. Secondo il Center for Economic and Policy Research, un think tank indipendente che si occupa di politiche economiche progressiste, senza il contributo di questa forza lavoro “invisibile”, la tenuta dell’intero settore è a rischio.
Il caso Glenn Valley ha riportato al centro del dibattito il sistema federale E-Verify, utilizzato per controllare la regolarità dello status dei lavoratori. Il Dipartimento della Sicurezza Interna ha confermato che attualmente non esistono strumenti più efficaci di questo database.
Intanto tensioni stanno salendo ovunque: proteste si sono registrate a Los Angeles, Atlanta, New York e Chicago. Secondo i gruppi per i diritti dei migranti, le retate stanno colpendo anche altri settori ad alta intensità di manodopera come edilizia, logistica e tessile. A fronte di un’immigrazione irregolare che rappresenta circa il 5% della forza lavoro americana.