L’ondata di proteste travolge gli Stati Uniti, mentre l’amministrazione Trump intensifica la sua offensiva sull’immigrazione e militarizza la risposta alle contestazioni.
A Los Angeles, epicentro della mobilitazione, la tensione è esplosa nelle ore notturne con arresti di massa eseguiti durante il coprifuoco imposto dalla sindaca Karen Bass. Scontri violenti, atti vandalici e saccheggi hanno segnato una notte drammatica, preludio a un’escalation che minaccia di diventare nazionale.
Le manifestazioni contro i raid dell’ICE e la crescente militarizzazione federale si sono propagate in oltre 20 città americane, da New York a Seattle, passando per Chicago, Atlanta, Philadelphia, San Francisco e diversi centri texani. Il governatore del Texas Greg Abbott ha annunciato il dispiegamento della Guardia Nazionale per fronteggiare le proteste. Ad Austin, la polizia ha disperso i manifestanti con gas lacrimogeni e ha effettuato centinaia di arresti.

A gettare ulteriore benzina sul fuoco, la decisione dell’amministrazione Trump di inviare le unità d’élite Special Response Team dell’ICE in cinque città a guida democratica: Seattle, Chicago, Philadelphia, New York e l’area metropolitana della Virginia del Nord. Dotate di veicoli blindati BearCat e armamenti da guerra, queste forze speciali sono già state utilizzate nei controversi raid che hanno scatenato le proteste a Los Angeles.
Nel mirino, anche la scelta del presidente Trump di schierare quasi 5.000 militari, inclusi 700 Marines, in California, senza il consenso del governatore Gavin Newsom. Una decisione che, secondo lo stesso Newsom, rappresenta una “violazione grave della Costituzione” e un precedente pericoloso nella storia repubblicana. “Trump è un leone da tastiera”, ha ironizzato il governatore in un video virale su TikTok, montato sulle note di You Need to Calm Down di Taylor Swift.
Ma la risposta della Casa Bianca è stata rapida e decisa. “Il presidente non permetterà mai che la legge della strada prevalga in America”, ha dichiarato la portavoce Karoline Leavitt in un briefing con la stampa. “Quello che abbiamo visto accadere a Los Angeles, negli ultimi giorni, è vergognoso. Radicali di sinistra che sventolavano bandiere straniere hanno attaccato ferocemente gli agenti dell’ICE. Questi attacchi non erano diretti solo alle forze dell’ordine, ma alla cultura e alla società americana stessa”.
Leavitt ha inoltre confermato che dal 6 giugno sono stati arrestati “quasi 400 migranti illegali” nel contesto delle proteste a Los Angeles. L’amministrazione, ha aggiunto, sta indagando per scoprire chi sta finanziando le manifestazioni, sostenendo che molti dei partecipanti siano dotati di “equipaggiamento e attrezzature professionali”. “Il nostro dovere è mantenere l’ordine pubblico: è una responsabilità sacra. L’amministrazione Trump non permetterà ai criminali di governare in America”. Una dichiarazione che, tuttavia, omette convenientemente il ricordo del 6 gennaio 2021, quando lo stesso Trump incitò la folla a violare proprio quell’ordine costituzionale che oggi rivendica di difendere.
Ad accendere ulteriormente lo scontro, una pagina pubblicitaria apparsa sul New York Times firmata da Christy Walton, ereditiera della catena Walmart. Lo slogan “No Kings Day”, lanciato come invito a “difendere la democrazia e il pluralismo”, è stato interpretato come una sfida diretta all’approccio autoritario e personalistico della presidenza Trump. Immediata la reazione dei sostenitori del presidente, che hanno minacciato un boicottaggio del colosso della grande distribuzione. Walmart ha preso le distanze: “La signora Walton non parla a nome dell’azienda”.
“No Kings Day”, in programma sabato prossimo, coincide non solo con il Flag Day e con il 250° anniversario dell’Esercito americano, ma è anche con il 79° compleanno di Donald Trump che ha voluto creare una parata militare e si preannuncia come una giornata campale. Organizzata da una vasta rete di movimenti civici, da Indivisible a MoveOn, dalla Human Rights Campaign a Public Citizen, fino ai veterani progressisti di Common Defense, la mobilitazione prevede oltre 1.800 eventi in tutti e 50 gli Stati.
La manifestazione principale si terrà a Filadelfia, simbolicamente scelta per la sua eredità rivoluzionaria. “Trump ha cercato di trasformare questa ricorrenza in un culto della personalità – ha dichiarato Ezra Levin, co-fondatore di Indivisible -, ma noi vogliamo restituirla agli americani e alla democrazia. Un presidente che non ha fatto il militare e vuole una parata è un insulto a chi ha indossato l’uniforme”.
Tra i protagonisti annunciati, centinaia di veterani dell’esercito che guideranno le marce in uniforme, decorazioni al petto e bandiere al vento. “Difendere la democrazia è l’atto più patriottico che possiamo compiere”, ha affermato Jacob Thomas di Common Defense, veterano dell’aeronautica.
Lo stesso Thomas ha attaccato frontalmente la decisione di Trump di destinare oltre 100 milioni di dollari a una parata militare a Washington, mentre l’amministrazione sta tagliando fondi al Dipartimento per gli Affari dei Veterani.
La Casa Bianca, nel frattempo, conferma la linea dura: “I raid continueranno a oltranza”, ha ribadito Leavitt. Le immagini delle città blindate, dei Marines lungo Sunset Boulevard a Los Angeles, dei manifestanti che sventolano la bandiera americana contro un presidente accusato di autoritarismo, segnalano una frattura profonda non solo politica, ma culturale.