Lunedì gli Stati Uniti hanno emesso sanzioni nei confronti del gruppo Los Chapitos, una fazione del cartello messicano di Sinaloa. La banda di narcotrafficanti era stata già definita dall’Amministrazione Trump sia “Foreign Terrorist Organization” che “Specially Designated Global Terrorist”, sostanzialmente equiparandola a gruppi terroristici.
Il nome “Los Chapitos” deriva dal soprannome dell’ex leader del cartello di Sinaloa Joaquín Guzmán Loera, detto “El Chapo”. I componenti del gruppo sono infatti i figli del boss, operanti prevalentemente nel traffico di droghe sintetiche e in varie altre attività illegali nelle zone settentrionali e occidentali del Messico.
Il motivo primario della sanzione deriva dalla volontà di Trump di combattere l’esportazione di sostanze stupefacenti negli Stati Uniti. Una su tutte è il fentanyl, che ha causato nel 2024 circa 48.000 mila morti nel Paese e 76.000 nel 2023.
Le sanzioni hanno inoltre incluso direttamente due dei figli del Chapo, Archivaldo Ivan Guzman Salazar e Jesus Alfredo Guzman Salazar, i quali attualmente si troverebbero in Messico. Lo U.S. Treasury Department aveva già annunciato che coloro che forniranno informazioni sull’arresto dei due ricercati messicani verranno remunerati con 10 milioni di dollari. L’utilizzo delle ricompense fa breccia soprattutto fra i membri stessi del cartello, potenzialmente interessati a tradire per ottenere il denaro, una tattica già usata dall’Amministrazione Biden.
“Al Dipartimento del Tesoro – ha dichiarato il segretario del Tesoro Scott Bessent -, stiamo eseguendo il mandato del presidente Trump di eliminare completamente i cartelli della droga e affrontare leader violenti come i figli di ‘El Chapo'”. La decisione di oggi arriva dopo che a febbraio la Casa Bianca ha nominato diversi cartelli della droga, tra quali ad esempio la Tren de Aragua, come organizzazioni terroristiche globali.
Risale invece al 15 maggio scorso un accordo fra uno dei figli del Chapo, Ovidio Guzmán López, e l’amministrazione Trump. Ovidio Guzmán López, detto “El Ratón”, sta scontando l’ergastolo in un carcere di estrema sicurezza in Colorado.
Sulla base dell’accordo – di cui non si conosce il contenuto – ben 17 familiari del Chapo si sono “volontariamente” consegnati alle autorità statunitensi al valico di frontiera di San Ysidro, che separa Tijuana da San Diego. Tra i familiari che si sono consegnati c’erano Griselda López, seconda ex moglie del Chapo nonché madre del Ratón, una figlia e diversi nipoti del boss, anche quest’ultimo si trova negli Stati Uniti per scontare l’ergastolo.