Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, si è congratulato con l’esercito per aver intercettato Madleen, la nave di Freedom Flotilla Coalition con cui un gruppo di attivisti, fra cui l’ambientalista svedese Greta Thunberg, cercava di portare medicine e cibo, fra cui latte in polvere per i neonati, a Gaza, sull’orlo della carestia dopo mesi di bombardamenti israeliani. Il gesto era simbolico e mirava ad attirare l’attenzione sul blocco navale che Israele impone a Gaza dal 2007, così che lo sbocco sul mare è inutile ai fini dell’approvvigionamento. Negli ultimi giorni, decine di persone sono state uccise dalle forze israeliane mentre cercavano di raggiungere i centri di distribuzione alimentare autorizzati da Israele, e gestiti da una fondazione privata statunitense creata di sana pianta allo scopo per bypassare le strutture delle Nazioni Unite.
Di più, Katz ha dichiarato di aver dato istruzioni affinché i video dei sanguinosi attacchi del 7 ottobre vengano mostrati agli attivisti, perché capiscano “che tipo di organizzazione terroristica è Hamas, il gruppo che sono venuti a sostenere e in nome del quale stanno agendo”, definendo poi Greta Thunberg “l’antisemita”.
Non era pensabile che la Madleen riuscisse a superare il blocco navale israeliano del territorio, dove gli esperti delle Nazioni Unite avvertono che la carestia è imminente. Anche solo tentare di raggiungere Gaza via mare è rischioso come è chiaro da precedenti esperimenti. A maggio, un’altra barca che faceva parte della Freedom Flotilla Coalition – il gruppo che ha organizzato il viaggio della Madleen – ha preso fuoco al largo di Malta e ha lanciato un SOS dopo quello che il gruppo ha definito un attacco da parte di droni israeliani. L’esercito israeliano ha rifiutato di commentare.
Nel 2010, nove attivisti furono uccisi quando i commando israeliani assaltarono una flottiglia di navi che cercava di portare rifornimenti, tra cui materiali da costruzione, a Gaza.
Tra le ultime comunicazioni dalla Madleen prima della perdita di contatto vi era una foto che mostrava i 12 membri dell’equipaggio raccolti in cerchio, con i giubbotti di salvataggio e le mani alzate. L’immagine è stata pubblicata sui social da un team che collabora con l’eurodeputata francese Rima Hassan, anch’essa a bordo. Online sono stati diffusi anche una serie di messaggi preregistrati dei membri dell’equipaggio. “Se vedete questo video, siamo stati intercettati e rapiti in acque internazionali”, ha detto Thunberg in un breve messaggio, invitando familiari, amici e sostenitori a fare pressione sul governo svedese per ottenere il suo rilascio il prima possibile.
Poco dopo, il ministero degli Esteri israeliano ha dichiarato che l’equipaggio stava venendo condotto in Israele e che “si prevede che rientreranno nei loro paesi di origine”, pubblicando successivamente anche un video in cui l’esercito distribuiva panini e bevande alle persone a bordo, come se fossero state in difficoltà.
La questione è se la Madleen fosse ancora in acque internazionali. In questo caso, Israele non ha alcuna autorità legale per detenere l’equipaggio della Madleen né per confiscare gli aiuti a bordo, ha dichiarato Huwaida Arraf, avvocatessa per i diritti umani e organizzatrice della Freedom Flotilla.
La Madleen batte bandiera britannica ed ha a bordo persone di differenti nazionalità; la Francia ha chiesto il rientro immediato degli attivisti francesi. Secondo il ministero degli Esteri israeliano, l’equipaggio è un gruppo di “celebrities” a bordo di uno “yacht da selfie”.
Gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 in territorio israeliano hanno dato inizio alla guerra. In quell’occasione furono uccise circa 1.200 persone, per lo più civili, e 250 furono rapite e portate a Gaza, dove 55 sarebbero ancora ostaggi. L’offensiva israeliana su Gaza da allora ha provocato la morte di oltre 54.000 palestinesi – in maggioranza donne, bambini e anziani – e il ferimento di più di 125.000, secondo le autorità sanitarie del territorio, gestite da Hamas, le cui stime sono considerate accurate da molti organismi internazionali con operatori a Gaza.