Venerdì, una commissione di 3 giudici della corte d’appello federale del Distretto di Columbia ha ripristinato, con una votazione di 2-1, alcune parti del divieto imposto dal presidente Donald Trump all’Associated Press, ai cui reporter era stato proibito l’accesso a diverse aree chiave in cui solitamente si tengono eventi stampa presidenziali, tra cui lo Studio Ovale, l’Air Force One e la residenza di Mar-A-Lago.
La sentenza rappresenta una battuta d’arresto per l’agenzia, desiderosa di ripristinare l’accesso dei suoi giornalisti al pool stampa della Casa Bianca.
I giudici Neomi Rao e Gregory Katsas, entrambi nominati da Trump, hanno ampiamente accolto la richiesta del governo di revocare una sentenza di aprile emessa da un giudice distrettuale che aveva bloccato il divieto dell’amministrazione.
L’AP ha intentato causa dopo che Trump ha bandito l’organizzazione giornalistica per essersi rifiutata di riferirsi al Golfo del Messico come “Golfo d’America”.
In un parere di 27 pagine, Rao ha scritto che “questi spazi presidenziali riservati non sono forum protetti dal Primo Emendamento. La Casa Bianca mantiene quindi la discrezionalità di determinare, anche sulla base del suo punto di vista, quali giornalisti saranno ammessi”.
L’ingiunzione di aprile del giudice distrettuale Trevor McFadden, “lede l’indipendenza e il controllo del presidente sui suoi spazi di lavoro privati”, ha invece aggiunto Rao.
Sul caso è intervenuta anche la giudice Cornelia Pillard, nominata da Obama, che ha espresso il sui dissenso nei confronti della sentenza dell’ultima settimana.
“Guardando al futuro-ha detto- se una qualsiasi commissione di merito dovesse accettare queste teorie, il risultato sarebbe un Press Pool – e forse un intero corpo stampa – limitato durante le amministrazioni repubblicane a testate come Fox News, o limitato a testate come MSNBC quando viene eletto un democratico”.
L’amministrazione Trump, da canto suo, ha sostenuto che l’Air Force One, lo Studio Ovale e altri spazi della Casa Bianca sono assimilabili a spazi personali e privati, il cui accesso al pubblico può essere limitato.
La sentenza di venerdì ha anche tenuto conto del fatto che, dopo l’ordinanza del giudice McFadden, i giornalisti dell’AP sono stati talvolta riammessi nel pool stampa. I reporter hanno anche continuato a partecipare alle sessioni formali tenutesi nella sala stampa James S. Brady, dove decine di testate giornalistiche di ogni genere hanno regolarmente un posto assegnato.