Guerra a Harvard: stop ai visti per gli studenti internazionali
Donald Trump ha firmato un decreto che sospende per sei mesi l’ingresso negli Stati Uniti di nuovi studenti internazionali ammessi ad Harvard con visti F, M o J. Trump ha addotto come motivo preoccupazioni per la sicurezza nazionale e i presunti legami dell’università con governi stranieri. Il provvedimento incarica inoltre il Segretario di Stato Marco Rubio di valutare la revoca dei visti già concessi agli studenti stranieri attualmente iscritti ad Harvard. La decisione rappresenta un’escalation nel conflitto tra l’amministrazione Trump e l’università, già oggetto di tagli ai finanziamenti federali e di indagini. Nella sua guerra contro il prestigioso ateneo, è la prima volta che Trump tenta di utilizzare direttamente il potere presidenziale, segno di quanto sia diventato personale per lui il tentativo di colpire l’università della Ivy League. Harvard, che con ogni probabilità contesterà in tribunale l’azione di Trump, è diventata un punto focale negli sforzi dell’amministrazione per allineare l’istruzione superiore all’agenda politica del presidente; sforzi inizialmente incentrati sulle accuse di antisemitismo nei campus universitari, che però si poi estesi a colpire le università Usa per i programmi legati alla diversità, equità e inclusione, nonché per il sostegno agli atleti transgender.
Allarme tra i MAGA dopo che Trump affida a Palantir la creazione di un database nazionale
Trump ha incaricato Palantir Technologies di sviluppare un vasto database nazionale per raccogliere informazioni sensibili sui cittadini americani, con l’obiettivo dichiarato di migliorare la sicurezza nazionale. La decisione ha suscitato preoccupazioni tra i sostenitori del movimento MAGA – una rara rottura tra il presidente e segmenti chiave del suo elettorato – e tra i difensori della privacy, che temono un’espansione della sorveglianza governativa. Alcuni critici hanno paragonato la mossa a un sistema di controllo distopico, sollevando interrogativi sull’equilibrio tra sicurezza e libertà civili.
Trump ordina un’indagine sul declino di Biden
Il presidente ha avviato un’indagine formale per accertare se membri dello staff dell’ex presidente Joe Biden abbiano deliberatamente nascosto informazioni sul suo stato cognitivo nei mesi precedenti al ritiro dalla corsa elettorale. L’inchiesta, coordinata dal Dipartimento di Giustizia e da una commissione interna della Casa Bianca, si concentra sull’uso dell’autopen per firmare documenti ufficiali e sulla possibilità che Biden non fosse pienamente consapevole delle decisioni prese a suo nome. Trump ha definito la situazione “uno degli scandali più pericolosi e preoccupanti nella storia americana”, sostenendo che il pubblico sia stato intenzionalmente tenuto all’oscuro su chi esercitava effettivamente il potere esecutivo.
Trump vieta l’ingresso da 12 Paesi per “proteggere la sicurezza nazionale”
Il presidente ha firmato un ordine esecutivo che blocca l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di 12 Paesi, tra cui Iran, Afghanistan, Nigeria e Somalia. Il divieto, che entrerà in vigore il 9 giugno, è stato giustificato con “esigenze di sicurezza nazionale” e richiami all’attacco terroristico in Colorado.
Oltre 100 migranti deportati in Salvador possono fare ricorso
Il giudice federale e i migranti inviati in El Salvador: Il giudice capo del tribunale distrettuale di Washington, James Boasberg, ha stabilito che oltre 100 migranti venezuelani deportati in El Salvador devono avere la possibilità di contestare la loro rimozione dagli Stati Uniti. Le deportazioni, effettuate sotto l’egida dell’Alien Enemies Act del 1798, sono state giudicate prive del dovuto processo legale. Boasberg ha ordinato all’Amministrazione Trump di presentare entro una settimana un piano per consentire ai migranti di presentare ricorsi legali, anche se attualmente detenuti nel carcere di massima sicurezza CECOT di El Salvador. La Corte Suprema ha già precedentemente stabilito che i migranti deportati sotto l’Alien Enemies Act hanno diritto a ricevere un preavviso adeguato e la possibilità di contestare la loro designazione come “nemici stranieri”.
Un migrante guatemalteco deportato illegalmente torna negli USA
Un cittadino guatemalteco, identificato come O.C.G., è stato riportato negli Stati Uniti dopo essere stato erroneamente deportato in Messico, nonostante avesse espresso timori di persecuzione perché gay. Il giudice federale Brian Murphy ha ordinato il suo ritorno, stabilendo che la deportazione era avvenuta senza il dovuto processo legale. O.C.G., che aveva cercato asilo negli USA a causa di minacce in Guatemala per il suo orientamento sessuale, è stato successivamente espulso dal Messico e costretto a nascondersi nel suo paese d’origine. Il suo caso rappresenta il primo ritorno facilitato dalle autorità statunitensi dopo una sentenza giudiziaria in tal senso.
Arrestato per minacce a Trump, ma la polizia sospetta che sia stato incastrato
Ramon Morales Reyes, 36 anni, è stato arrestato a El Paso in Texas con l’accusa di aver minacciato di morte il presidente Trump in un post su Truth Social. Nel messaggio, si parlava di “sparargli alla testa con un fucile”. L’FBI lo ha identificato tramite il numero di telefono collegato all’account, ma la polizia locale sospetta che possa trattarsi di un caso di furto d’identità o di falsa accusa. Reyes è in custodia federale in attesa di comparire in tribunale.
La Casa Bianca conferma che non emanerà messaggi per il Mese dell’Orgoglio LGBTQ+
La Casa Bianca ha annunciato che Trump non emanerà nessun messaggio per il Mese dell’Orgoglio LGBTQ+ di giugno. La portavoce Karoline Leavitt ha dichiarato che “non ci sono piani per un messaggio per il mese di giugno”, sottolineando che il presidente “è orgoglioso di essere un presidente per tutti gli americani, indipendentemente da razza, religione o credo”. La decisione si inserisce nel contesto più ampio di politiche dell’Amministrazione Trump che hanno ridotto i diritti della comunità LGBTQ+.
Anche Hollywood riduce le serie LGBTQ+
Secondo un’inchiesta di The Ankler, la rappresentazione LGBTQ+ in TV è diminuita del 36% nel 2024, con numerose cancellazioni di serie come High School e A League of Their Own. Creatori e attivisti attribuiscono il calo a pressioni politiche, tra cui l’ordine del segretario alla Difesa Pete Hegseth di rimuovere il nome di Harvey Milk da una nave della Marina, e a una maggiore cautela degli studi nel produrre contenuti inclusivi. L’organizzazione per i diritti umani GLAAD segnala un aumento del 14% degli attacchi anti-LGBTQ+ nell’ultimo anno, sottolineando l’importanza delle storie queer come antidoto alla disinformazione e all’odio.