Come riferito da due ex dipendenti federali ad Axios, le linee guida per le nuove assunzioni della Casa Bianca prevedono un test che valuta la lealtà dei candidati nei confronti del presidente Donald Trump.
Il test in questione, secondo i critici, è solo l’ultima mossa del governo statunitense per politicizzare la pubblica amministrazione, erodendo così più di un secolo di leggi e tradizioni volte a isolare i dipendenti dalla politica.
Ai candidati per incarichi nella pubblica amministrazione, tra cui infermieri, chirurghi, ingegneri, avvocati ed economisti, verranno poste quattro domande sul loro livello di patriottismo e di sostegno alle politiche del presidente.
Dovranno rispondere con un breve testo, massimo 200 parole, e naturalmente non potranno avvalersi dell’uso dell’intelligenza artificiale.
Tra i quesiti che verranno sottoposti agli aspiranti dipendenti pubblici vi saranno domande del tipo “Come aiuteresti a promuovere i decreti esecutivi e le priorità politiche del Presidente in questo ruolo?”, oppure “Identifica uno o due ordini esecutivi o iniziative politiche rilevanti per te e spiega come contribuiresti alla loro attuazione se fossi assunto”.
Il test in questione ha generato fin da subito diverse polemiche, in quanto, secondo gli esperti, non hanno nulla a che vedere con i meriti o le competenze di un candidato.
“Quando si effettuano assunzioni, tradizionalmente per legge bisogna concentrarsi sulle conoscenze, le competenze e le abilità richieste per le varie posizioni”, ha affermato ad Axios Jeri Buchholz, ex responsabile delle risorse umane della NASA, “Queste domande non sono nemmeno legate alle capacità attitudinali. E non ho ben chiaro come si assegna un punteggio”.
“Un servizio pubblico basato sul merito, la cui costruzione ha richiesto generazioni, viene smantellato tramite un promemoria”, ha invece scritto Adam Bonica, politologo della Stanford University.
D’altro canto, un funzionario dell’Ufficio di gestione del personale ha difeso i test, spiegando: “Il Presidente ha il potere di supervisione sul potere esecutivo e la chiara autorità statutaria di porre queste domande ai potenziali dipendenti. Non sta imponendo un test di lealtà in questo modo”.
In ogni caso, saranno le varie agenzie federali a decidere come e se utilizzare i quesiti in questione durante la fase di selezione.
Nonostante le rassicurazioni da parte del governo, i critici continuano a vedere questi test come un tentativo, da parte del presidente, di politicizzare a proprio favore la pubblica amministrazione.