I negoziati fra Stati Uniti e Iran cominciano a dare i primi frutti. L’inviato speciale in Medio Oriente per gli americani, Steve Witkoff, ha avanzato una bozza di accordo alla controparte iraniana attraverso la delegazione dell’Oman, che sta mediando le trattative. Tuttavia, a rompere l’equilibrio molto precario sono i risultati di un rapporto riservato dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), secondo i quali in soli quattro mesi Teheran ha aumentato del 50% le sue scorte di uranio arricchito al 60%, raggiungendo 408,6 kg, sufficienti per circa dieci armi nucleari.
L’AIEA, parte delle Nazioni Unite, non può confermare la natura pacifica del programma nucleare iraniano e ha espresso preoccupazioni su possibili attività nucleari clandestine dal 2018, quando Trump si ritirò dall’accordo che Barack Obama aveva firmato con Teheran.
“L’aumento significativo della produzione – ha dichiarato il direttore generale dell’AIEA Rafael Grossi – e dell’accumulo di uranio altamente arricchito da parte dell’Iran, l’unico Stato non dotato di armi nucleari a produrre tale materiale, è fonte di grave preoccupazione”.
Secondo un’indagine cominciata nel 2019, l’Iran non avrebbe fornito le informazioni richieste dai Paesi membri europei in merito al materiale nucleare ottenuto e immagazzinato. Se continuerà a non collaborare, i diplomatici hanno riferito che sono disposti a votare la “non conformità” iraniana al Trattato di non proliferazione alla prossima riunione del Consiglio di Sicurezza ONU del 9 giugno e approvare di nuovo le sanzioni.
In una dichiarazione congiunta, il Ministero degli Esteri e l’agenzia atomica iraniani hanno respinto tutte le accuse, sostenendo che il programma è solo a scopi civili. L’ayatollah Ali Khamenei aveva emesso un decreto religioso che vietava armi nucleari nell’arsenale del Paese, ma ha ribadito che secondo il diritto internazionale l’Iran può sviluppare un programma nucleare pacifico. Inoltre, ha minacciato di ritirarsi dal Trattato di non proliferazione e di prendere misure altrettanto “adeguate”, se venissero imposte nuove sanzioni.
Gli Stati Uniti hanno riferito che gli iraniani non hanno ancora deciso di costruire una bomba nucleare, ma che ci metterebbero solo pochi mesi per assemblarla. La segretaria Karoline Leavitt dalla Casa Bianca ha ribadito che gli USA faranno di tutto per impedire che questo accada: “Il presidente Trump ha chiarito che l’Iran non potrà mai ottenere una bomba nucleare”. Sulla stessa linea è anche l’accordo proposto dall’inviato speciale Witkoff. In quella che è per il momento una lista puntata, gli americani chiedono a Teheran di cessare ogni attività volta all’arricchimento dell’uranio. Si parla anche della creazione di un consorzio regionale per la produzione di energia nucleare, al quale parteciperebbero Iran, Arabia Saudita, altri Stati del Medio Oriente e gli Stati Uniti.