Mercoledì, una giuria federale ha impedito al presidente Trump di imporre alcuni dei suoi dazi più elevati alla Cina e altri partner commerciali degli Stati Uniti, affermando che la legge federale non gli concede “autorità illimitata” per tassare le importazioni da quasi tutti i paesi del mondo.
Prima che Trump entrasse in carica, nessun presidente aveva mai tentato di invocare l’International Emergency Economic Powers Act, una legge del 1977, per imporre dazi ad altre nazioni. La legge, che riguarda principalmente embarghi e sanzioni commerciali, d’altronde, non menziona nemmeno le tariffe.
Tuttavia, il presidente ha adottato una nuova interpretazione della norma, annunciando e poi sospendendo elevate imposte su decine di Paesi ad aprile. Ha anche utilizzato la legge per imporre dazi sui prodotti provenienti da Canada e Messico, accusati di essere responsabili della diffusione del fentanyl negli Stati Uniti.
Mercoledì, la Corte del Commercio Internazionale, il principale organo legale federale che sovrintende a tali questioni, ha stabilito che i dazi di Trump “eccedono qualsiasi autorità concessa” al presidente. Un collegio bipartisan composto da tre giudici, dunque, ha sostanzialmente dichiarato che molte tariffe promosse da Trump sono state emesse illegalmente.
La corte ha concesso al governo fino a dieci giorni di tempo per porre fine ai dazi in questione. Il verdetto, secondo diversi addetti ai lavori, rappresenta un duro colpo per il presidente anche a livello internazionale. Trump aveva fatto dei dazi una vera e propria arma strategica, per forzare accordi commerciali favorevoli per gli USA con almeno diciotto nazioni nel mondo.
Tali accordi sono ancora in fase di negoziazione, e alcuni dei principali collaboratori del leader americano avevano dichiarato nei giorni scorsi che una sentenza sfavorevole avrebbe potuto mettere a repentaglio i colloqui.
Per questo motivo, dopo la decisione di mercoledì, il governo federale ha presentato subito ricorso presso la Corte d’Appello.
La sentenza di questa settimana, tuttavia, non riguarderà i dazi imposti dall’amministrazione in virtù di altre disposizioni legislative, tra cui quelli sull’acciaio, l’alluminio e le automobili, né quelli che Trump ha minacciato di imporre su prodotti farmaceutici, semiconduttori e altri prodotti strategici.
Un portavoce della Casa Bianca, Kush Desai, ha duramente rimproverato la corte, affermando: “Non spetta ai giudici non eletti decidere come affrontare adeguatamente un’emergenza nazionale”. Desai ha inoltre aggiunto che Trump “utilizzerà ogni leva del potere esecutivo per affrontare questa crisi”.