Il mega razzo Starship di SpaceX, progettato per future missioni sulla Luna e su Marte, è esploso nuovamente in volo martedì sera durante il nono lancio di prova effettuato dalla base di Starbase, in Texas. Dopo un decollo regolare, il veicolo ha iniziato a ruotare su sé stesso, non è riuscito a rilasciare i satelliti simulati a causa di un portello bloccato e si è infine disintegrato sopra l’Oceano Indiano per un “disassemblaggio rapido non programmato”, come comunicato ufficialmente da SpaceX. Si tratta del terzo test consecutivo terminato con un fallimento, nonostante la recente autorizzazione al lancio concessa dalla Federal Aviation Administration (FAA), che aveva anche ampliato l’area riservata ai test. L’esplosione ha disperso detriti e carburante nell’oceano, ma non si segnalano feriti né danni a strutture.
Questo episodio segue un’altra esplosione avvenuta durante l’ottavo volo, quando Starship ha subito una rapida disassemblazione non programmata pochi minuti dopo il lancio, perdendo il controllo a causa di guasti multipli ai motori e iniziando a ruotare in modo incontrollato. L’esplosione ha causato la caduta di detriti sul sud della Florida e sulle Bahamas, con conseguente sospensione temporanea del traffico aereo in quattro aeroporti della Florida, inclusi Miami e Fort Lauderdale.
La NASA collabora attivamente con SpaceX per le missioni del programma Artemis, che prevedono il ritorno dell’uomo sulla Luna. La missione Artemis II, attualmente prevista per settembre 2025, porterà in orbita lunare un equipaggio di quattro astronauti, senza atterraggio, per testare i sistemi di supporto vitale e le operazioni in ambiente spaziale. Per la missione successiva, Artemis III, prevista per il 2027, è invece previsto l’allunaggio vero e proprio: un modulo Starship modificato dovrà far sbarcare gli astronauti sul polo sud della Luna, segnando il ritorno umano sulla superficie lunare dopo oltre cinquant’anni. Per raggiungere questi obiettivi, tuttavia, la NASA ha bisogno che Starship dimostri di essere affidabile. Il razzo, attualmente il più grande e potente mai costruito, rappresenta un elemento chiave per le prossime esplorazioni spaziali a lungo raggio.