Il segretario della Sanità, Robert Kennedy Jr, ha annunciato che impedirà agli scienziati federali appartenenti ai 27 istituti e centri di ricerca dei National Institutes of Health (NIH) di pubblicare sulle principali riviste mediche, che accusa di essere controllate dalle case farmaceutiche. In un podcast ha definito “corrotti” il New England Journal of Medicine, JAMA e The Lancet, minacciando di creare riviste interne al governo.
Le tre riviste sono tra le più prestigiose e influenti al mondo: pubblicano articoli sottoposti a rigorosa peer review e sono considerate fonti autorevoli da medici, scienziati, enti regolatori e istituzioni sanitarie internazionali.
“A meno che quelle riviste non cambino radicalmente, impediremo agli scienziati del NIH di pubblicare in esse e creeremo le nostre riviste internamente”, ha dichiarato Kennedy, riferendosi al NIH, l’agenzia dell’HHS che è il maggiore finanziatore mondiale di ricerca sanitaria.
Kennedy ha citato le critiche mosse in passato da figure influenti come Marcia Angell, ex caporedattore del New England Journal of Medicine, e Richard Horton, caporedattore di The Lancet, per sostenere che queste riviste hanno perso credibilità. Angell ha denunciato il ruolo del profitto, i prezzi eccessivi dei farmaci, la sovrapposizione tra mercato e ricerca scientifica, nonché i conflitti di interesse. Horton ha criticato i pregiudizi nella pubblicazione e la scarsa replicazione dei test clinici. Le dichiarazioni di Kennedy fanno seguito alla pubblicazione di un rapporto da lui diretto, in cui si afferma che l’eccessiva prescrizione di farmaci contribuisce all’aumento delle malattie croniche nei bambini, e si denuncia l’influenza eccessiva dell’industria farmaceutica sulla medicina.
La posizione di Kennedy si scontra con quella del direttore del NIH, Jay Bhattacharya, che difende la libertà accademica degli scienziati di pubblicare dove ritengono opportuno. Bhattacharya, insieme a Marty Makary, ha recentemente lanciato una nuova rivista indipendente per promuovere un dibattito più aperto.
Le riviste New England Journal of Medicine e The Lancet non hanno rilasciato commenti, mentre JAMA ha dichiarato di non avere nulla da aggiungere.