“Lo ha schiaffeggiato! Lo ha spinto in faccia! È un abuso domestico! Era solo uno scherzo innocuo! È quello che le coppie sposate si fanno continuamente”.
Scegliete voi tra tutte queste possibilità, ma il video del presidente francese Emmanuel Macron e di sua moglie Brigitte mentre atterranno è diventato virale e ha sollevato un vespaio di polemiche.
Il video, ripreso dall’Associated Press, mostra la coppia in arrivo in Vietnam. Mentre escono dalla porta dell’aereo, le mani di Brigitte Macron entrano brevemente in contatto con il viso di Emmanuel. Sembra che lo spingano, facendogli scattare la testa di lato con un’espressione stupita. Il presidente si ricompone subito e saluta con imbarazzo i giornalisti in attesa. La moglie rimane momentaneamente nascosta dietro la fusoliera. Mentre scendono le scale, Brigitte si rifiuta di prendergli il braccio, con un’espressione tesa sul volto.
In seguito, il presidente ha liquidato l’episodio, sostenendo che stava “bisticciando o, meglio, scherzando, con mia moglie. Non è niente”. Ha anche suggerito che il contenuto dei video che lo coinvolgono è stato manipolato da “pazzi”.
Il pubblico non ha creduto a questa versione e nemmeno gli analisti del linguaggio del corpo, come Judi James, che hanno contestato la possibilità di uno “scherzo”. James ha dichiarato: “Non descriverei il gesto che abbiamo visto dall’interno dell’aereo come un ‘gioco’, come è stato affermato”. Ha osservato che spingere il viso di qualcuno con forza tale da fargli girare la testa di lato, soprattutto se senza risate condivise o espressioni di presa in giro, non dovrebbe essere normalizzato come “divertente” per salvare la faccia politica. L’esperta ha sottolineato sul linguaggio del corpo di Macron “arrabbiato e teso” e un pugno chiuso dopo l’interazione.
Al centro dello scetticismo, ci sono la differenza di età tra i due – lei ha 72 anni, lui appena 47 – e la storia della loro relazione. Emmanuel era un allievo di Brigitte. Quando si sono conosciuti, lui era un quindicenne che studiava al liceo e i suoi genitori, sconvolti, hanno fatto di tutto per sottrarlo all’influenza di lei, compreso mandarlo in collegio. Tuttavia, il vero amore non può essere negato e quattordici anni dopo si sono sposati.
Sui social media sono apparsi commenti derisori come: “Quando il tuo insegnante ti schiaffeggia ancora dopo 40 anni!”. Più gravi sono le numerose accuse rivolte a Brigitte: “adescatrice”, “predatrice sessuale” e “abusatrice domestica”. Alcuni si sono indignati per il doppio standard implicito, ricordando che, se si fosse trattato di un uomo che “schiaffeggiava” una donna in volto, sarebbe già stato arrestato. E con un precedente così controverso e sempre presente, molti commentano anche che, se l’insegnante fosse stato un uomo a rapportarsi con una studentessa, sarebbe stato sicuramente condannato per abuso sessuale.
Questo è solo l’ultimo imbarazzante episodio che ha coinvolto Macron. Di recente, è stato al centro dell’attenzione pubblica per una questione ancora più grave, rinominata dai media statunitensei “Cocaine Controversy”. Sono state diffuse voci insistenti su un suo presunto uso di cocaina, peraltro smentito.
Nel tentativo di liquidare lo “schiaffo”, l’ufficio di Macron ha tirato fuori la sempre disponibile carta delle “fake news”, suggerendo che i troll filorussi fossero responsabili di aver trasformato l’episodio in una polemica.
Che si tratti di un vero e proprio caso di violenza domestica o che Brigitte stesse solo pulendo qualcosa dal viso di Emmanuel (come sostenuto inizialmente), il fatto che il Presidente della Francia sia stato “maltrattato” dalla moglie non è una buona notizia, soprattutto se una delle teorie cospirative persistenti è che Brigitte sia una donna trans che ha adescato Emmanuel quando era ancora un uomo.
A parte l’interesse e il coinvolgimento dell’opinione pubblica in questo bizzarro episodio, c’è una dimensione politica da considerare: i molti commenti che mettono in dubbio come un uomo che viene preso a schiaffi dalla “nonna-moglie” (un insulto comune nei confronti di Brigitte) possa reggere il confronto con leader duri come Putin e Trump.
Come si dice in politica, “la forma è sostanza”.