In Europa dieci bambini nati dallo sperma di uno stesso donatore hanno sviluppato il cancro. Secondo un rapporto di The Guardian pubblicato il 23 maggio, la situazione è iniziata quando due famiglie hanno contattato le rispettive cliniche di fertilità dopo che ai loro figli erano stati diagnosticati tumori come la leucemia, il linfoma non Hodgkin e altri, tutti legati a una rara mutazione genetica.
La mutazione, presente nel gene TP53 associato alla sindrome di Li-Fraumeni (una malattia ereditaria che aumenta fortemente il rischio di cancro), è stata trovata in alcuni degli spermatozoi del donatore. Secondo la European Sperm Bank, lo sperma di questo donatore è stato utilizzato da 46 famiglie in otto diversi Paesi europei. Da queste famiglie sono nati almeno 67 figli, 23 dei quali portatori della mutazione genetica e 10 dei quali hanno sviluppato il cancro.
La banca ha avvisato tutte le cliniche coinvolte ma, per motivi di privacy, non ha divulgato il numero esatto dei figli concepiti. Una portavoce dell’azienda, Julie Paulli Budtz, ha dichiarato che la società è “profondamente colpita da questo caso”.
Budtz ha aggiunto che, pur con test approfonditi, è scientificamente impossibile individuare tutte le mutazioni genetiche se non si sa cosa cercare. Ha anche spiegato che, nel 2008, la mutazione non era ancora associata al cancro e non sarebbe stata rilevabile con i test standard dell’epoca.
La biologa Edwige Kasper, che ha presentato il caso alla conferenza annuale della Società Europea di Genetica Umana a Milano, ha chiesto l’introduzione di un limite obbligatorio al numero di figli per donatore in Europa, per evitare casi simili.
Gli esperti sottolineano che, anche se il sequenziamento dell’intero genoma per tutti i donatori potrebbe non essere fattibile, la situazione attuale rappresenta una “diffusione anomala della malattia genetica”.
I bambini identificati come portatori della variante TP53 sono ora sottoposti a un monitoraggio medico intensivo a lungo termine, che comprende regolari risonanze magnetiche dell’intero corpo, scansioni del cervello e del seno ed ecografie addominali, per facilitare la diagnosi precoce del cancro.
L’episodio ha sollevato serie preoccupazioni su limiti, controlli genetici e regolamentazione internazionale delle banche del seme.