Putin “sta uccidendo troppa gente, è impazzito”
Donald Trump ha espresso ieri uno dei suoi giudizi più duri contro Vladimir Putin, dicendosi “non felice” per le ultime stragi in Ucraina. “Non so cosa gli sia successo. Sta lanciando razzi su Kyiv, sta uccidendo civili. Non mi piace affatto”, ha dichiarato ai giornalisti. In un post serale su Truth Social, ha aggiunto che “Putin è impazzito” e ha evocato possibili nuove sanzioni USA. Però ha anche criticato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, accusandolo di “non aiutare la sua causa con certi toni”.
“Novità sull’Iran entro due giorni”
Trump ha lasciato intendere progressi nei negoziati sul programma nucleare di Teheran e preannuncia un possibile annuncio imminente.
Dietrofront, un’altra volta, sui dazi all’Ue
Quando sembrava ormai che l’escalation commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea fosse inevitabile, una svolta inaspettata: Donald Trump dopo una “buona telefonata” con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ha annunciato il rinvio dell’entrata in vigore dei dazi del 50% sulle importazioni europee, inizialmente prevista per il 1° giugno. Il nuovo termine, fissato ora al 9 luglio, descrive un gesto definito dallo stesso Trump “un privilegio”, motivato dalla volontà di lasciare spazio a nuovi negoziati con Bruxelles.
Ursula von der Leyen, secondo il presidente Usa, avrebbe espresso la volontà di avviare trattative concrete e tempestive.
Senza il Canada, il Goldem Dome non si può fare
Brutte notizie per il Golden Dome di Trump. Quando il presidente ha lanciato un nuovo ambizioso piano per costruire uno scudo antimissilistico continentale, il cosiddetto “Golden Dome”, ha omesso un dettaglio cruciale: non potrà realizzarlo senza il vicino settentrionale. Ha sostenuto che “il Canada vuole protezione, quindi come al solito li aiutiamo noi”. Ma in realtà Ottawa, al momento, non ha dato alcun via libera. Il progetto, dal costo stimato fino a 500 miliardi di dollari, richiederebbe il contributo canadese in termini di radar e controllo dello spazio aereo sull’Artico, indispensabile per monitorare eventuali attacchi dalla Russia o dalla Cina. Tuttavia, i rapporti di Ottawa con Washington si sono raffreddati per colpa dei dazi, degli attacchi verbali di Trump e della percezione di uno squilibrio nei rapporti bilaterali. Secondo il senatore democratico Jack Reed, “l’approccio retorico del presidente ha alienato gran parte della popolazione canadese” e complica ora la cooperazione.
Turista australiana “trattata come una criminale”
Nicolle Saroukos, 25 anni, australiana in visita al marito, tenente dell’esercito di stanza a Oahu, è stata fermata all’aeroporto di Honolulu, sottoposta a ore di interrogatori, perquisizioni e infine trattenuta in carcere, dove ha passato la notte senza cibo né contatti con la famiglia. Ufficiali della dogana americana l’hanno respinta sospettando che volesse rimanere illegalmente negli USA. Deportata il giorno seguente, ha raccontato la sua storia come monito ai viaggiatori. La donna non potrà più rientrare negli Usa, e insieme al marito deve decidere come e dove vivere il loro matrimonio.
Migranti incinte, scontro tra i vescovi cattolici e l’amministrazione Trump
I vescovi cattolici americani (U.S. Conference of Catholic Bishops, USCCB) hanno duramente criticato l’Amministrazione Trump per aver revocato le linee guida sulla tutela delle donne incinte in custodia dell’immigrazione: “E’ preoccupante e imperdonabile che le misure destinate a garantire la sicurezza di base delle madri incinte e dei loro figli piccoli durante la custodia governativa possano essere revocate con una tale indifferenza nei confronti della vulnerabilità delle persone coinvolte”, ha dichiarato il vescovo Mark J. Seitz, di El Paso, Texas, presidente della Commissione per le migrazioni della USCCB. La tensione è cresciuta anche per il congelamento dei fondi ai programmi di reinsediamento dei rifugiati. L’USCCB ha avviato un’azione legale. Intanto Trump ha dichiarato a Sean Hannity di Fox News di voler far visitare la Casa Bianca al fratello del papa, Louis Prevost, “un grande fan del MAGA”.
Pioggia di offerte per gli scienziati americani dall’estero
Dopo i massicci tagli ai finanziamenti federali per la ricerca scientifica decisi dall’Amministrazione Trump, migliaia di scienziati negli Stati Uniti hanno perso impieghi o sovvenzioni. Governi e università di altri Paesi stanno ora cercando di attrarli con programmi mirati. Il Canada ha lanciato l’iniziativa “Canada Leads”, la Francia ha inaugurato “Safe Place for Science”, e l’Australia ha attivato il “Global Talent Attraction Program”. Anche la Max Planck Society in Germania e l’Institute of Genetics francese sarebbero a caccia. L’obiettivo è reclutare giovani ricercatori statunitensi offrendo stipendi competitivi e libertà accademica.“Il mondo intero perde se la scienza americana si spegne” ha detto Patrick Cramer, presidente della Max Planck Society.