Ozempic e altri farmaci appartenenti alla categoria “GLP-1” si stanno rivelando promettenti nel contrastare un ampio spettro di patologie in continua espansione. Oltre a essere notoriamente molto efficaci nel trattamento della perdita di peso e del diabete, sembrano offrire benefici anche contro malattie cardiache, renali, epatiche, artrite, apnea notturna, Alzheimer, dipendenza da alcol e persino nel rallentamento dell’invecchiamento. Tuttavia, questi potenziali effetti positivi devono ancora essere confermati da studi clinici in corso.
Secondo gli esperti, milioni di persone affette da queste condizioni potrebbero trarne beneficio. Allo stesso tempo, però, mettono in guardia contro l’uso di questi farmaci in individui non obesi che desiderano perdere solo pochi chili per motivi puramente estetici: in questi casi, infatti, si rischia la malnutrizione. Studi precedenti hanno inoltre dimostrato che pazienti con una storia di cancro alla tiroide o con alcuni tumori alla testa e al collo non dovrebbero assumere questi farmaci, poiché durante le sperimentazioni su animali hanno causato lo sviluppo di tali tumori nei ratti.
I medici sostengono che Ozempic è indicato principalmente per pazienti affetti da diabete e per il trattamento dell’obesità. Negli Stati Uniti, oltre 100 milioni di adulti, pari al 40% della popolazione, sono obesi e circa 38 milioni soffrono di diabete.
Molti degli effetti benefici già documentati sembrano derivare dalla perdita di peso: dimagrire aiuta infatti ad alleviare i sintomi dell’apnea notturna, riduce la pressione sulle articolazioni migliorando l’artrite, e contribuisce a tenere sotto controllo la pressione arteriosa e i problemi cardiaci. “Se tratti l’obesità, tutte le sue complicanze e i disturbi che ne derivano dovrebbero migliorare”, ha dichiarato il dottor Louis Aronne, direttore del Centro di controllo del peso presso Weill Cornell Medicine.
Inoltre, i medici stanno osservando risultati positivi anche nel trattamento dell’artrite psoriasica, una condizione autoimmune che provoca dolore articolare ed eruzioni cutanee, grazie non solo alla perdita di peso, ma anche al potenziale effetto antinfiammatorio dei GLP-1.
Un altro campo promettente è quello delle malattie epatiche. I farmaci GLP-1 stanno dando risultati incoraggianti nel trattamento della steatoepatite associata a disfunzione metabolica (MASH), che colpisce circa 15 milioni di americani. Uno studio pubblicato ad aprile sul New England Journal of Medicine ha dimostrato che il semaglutide, principio attivo di Ozempic e Wegovy, ha migliorato questa condizione nei pazienti coinvolti nella ricerca.
I farmaci GLP-1 sembrano inoltre essere utili nel trattamento del morbo di Alzheimer. I ricercatori ipotizzano che possano avere effetti neuroprotettivi, contribuendo a rallentare la perdita di volume cerebrale. Un piccolo studio condotto nel Regno Unito lo scorso anno ha rilevato che il liraglutide, un altro GLP-1 prodotto da Novo Nordisk, ha rallentato il declino cognitivo rispetto al placebo.
L’uso di questi farmaci è in forte crescita: si stima che entro il 2035 potrebbero essere utilizzati da circa 29 milioni di americani. Tuttavia, questo rappresenterebbe solo una parte della popolazione idonea, a causa dell’elevato costo dei farmaci, della copertura assicurativa limitata e della presenza di effetti collaterali gastrointestinali che spingono alcuni pazienti a interrompere il trattamento.
Anche la capacità produttiva resta un limite. Nonostante gli sforzi di aziende come Lilly e Novo Nordisk per aumentare la produzione, l’offerta non è ancora sufficiente per soddisfare l’intera domanda. In futuro, lo sviluppo di nuovi farmaci più efficaci e di formulazioni orali potrebbe migliorare l’accessibilità e la tollerabilità del trattamento, favorendone una diffusione più ampia.