Mentre la maggior parte di noi baratta la privacy per la comodità — email gratuite, consegne lampo, social network — c’è chi sceglie di “scomparire”. Caselle postali fittizie, numeri di telefono usa e getta, carte di credito virtuali, indirizzi intestati a trust, dispositivi schermati in borse anti-hacker: sono solo alcune delle soluzioni che gli specialisti della “privacy estrema” offrono ai loro clienti. A richiedere questi servizi sono individui di alto profilo — VIP, star dello spettacolo, CEO — disposti a pagare decine di migliaia di dollari al mese pur di non essere rintracciabili, affidandosi a consulenti di privacy di altissimo livello.
Secondo Archive, l’interesse verso questo tipo di protezione è aumentato dopo l’uccisione del CEO di UnitedHealthcare, Brian Thompson, nel 2024. Anche la recente fuga di notizie da Signal, in cui alcune persone sono state accidentalmente aggiunte a una chat di gruppo riservata dell’amministrazione Trump, ha generato preoccupazione tra molte figure di spicco.
Attualmente, siamo tutti immersi in una “rete di controllo” fatta di telecamere per il monitoraggio del traffico, fotocamere di Google Street View, bodycam della polizia, telecamere di sorveglianza, smartphone e perfino dispositivi indossabili come gli occhiali intelligenti Ray-Ban Meta di Mark Zuckerberg. I geolocalizzatori presenti nei cellulari, come anche gli AirTag, insieme ai sistemi di ascolto presenti in dispositivi come Siri e Alexa, ormai diffusi nella maggior parte delle abitazioni, contribuiscono a questa sorveglianza pervasiva. Le app e gli operatori di telefonia mobile, inoltre, possono determinare con precisione non solo in quale edificio si trova una persona, ma anche su quale piano, grazie al GPS installati nei telefoni.
Come sottolineano gli esperti consulenti di privacy, gran parte di queste informazioni viene venduta quasi istantaneamente attraverso un’economia ombra automatizzata di broker che monitorano costantemente i dati. Esistono persino negozi come Walmart, dove i sistemi Bluetooth registrano su quali prodotti si soffermano i clienti.
Negli ultimi anni, secondo l’organizzazione no-profit Identity Theft Resource Center, le violazioni dei dati negli Stati Uniti sono esplose, quasi raddoppiando: da 1.801 nel 2022 a 3.205 nel 2023. Questo anche a causa della crescente dipendenza delle aziende dall’archiviazione cloud.