Martedì, Il giudice distrettuale statunitense Brian Murphy ha ordinato all’amministrazione Trump di mantenere la custodia di un gruppo di migranti espulsi verso il Sud Sudan, dopo aver ricevuto forti indicazioni secondo cui il governo avrebbe violato un’ingiunzione preliminare che vietava le deportazioni rapide verso altri paesi, in assenza di garanzie procedurali.
Murphy ha dichiarato che sebbene non avesse ordinato all’aereo che trasportava almeno 11 migranti di invertire la rotta, quest’ultima era un’opzione che il Dipartimento per la sicurezza interna avrebbe potuto adottare per ottemperare al suo ordine.
Il giudice, nominato dall’ex presidente democratico Joe Biden, ha affermato che tutti i migranti interessati dall’ingiunzione devono rimanere sotto la custodia del governo in attesa di un’ulteriore udienza mercoledì. In caso contrario, alcuni funzionari del DHS potrebbero essere accusati di oltraggio alla corte. Il magistrato ha aggiunto che l’agenzia guidata da Kristi Noem potrebbe ottemperare al suo ordine in vari modi, ad esempio tenendo i migranti a bordo dell’aereo, una volta atterrato.
“Non ho intenzione di porre limiti al DHS riguardo a dove trattenerli”, ha detto il giudice, “Se vogliono far tornare indietro l’aereo, possono farlo.”
Ciò che è certo, è che le disposizioni di Murphy segano l’inizio di un nuovo scontro tra l’amministrazione federale di Donald Trump e la magistratura.
Il mese scorso, anche il giudice distrettuale di Washington DC James Boasberg, affermò che i funzionari governativi si erano macchiati di oltraggio alla corte per aver violato il suo ordine di sospendere le deportazioni di presunti membri di una gang venezuelana, la Tren de Aragua, che non avevano avuto modo di contestare la loro espulsione in tribunale.
Nello scorso weekend, invece, la Corte Suprema ha bloccato le deportazioni ai sensi dell’Alien Enemies Act, una legge di guerra del 1798, in base alla quale possono essere internati o estradati i “nemici” degli Stati Uniti.
A febbraio il Dipartimento per la sicurezza interna aveva ordinato agli ufficiali dell’immigrazione di esaminare i casi di persone a cui era stata concessa protezione contro l’espulsione nei loro paesi d’origine, per verificare se potessero essere nuovamente trattenute e inviate in un’altra nazione.
Il 18 aprile, Murphy ha emesso un’ingiunzione preliminare volta a garantire che a tutti i migranti trasferiti venisse garantito un giusto processo ai sensi del Quinto Emendamento della Costituzione e una “significativa opportunità” di esprimere qualsiasi timore per la loro sicurezza.
In una mozione depositata martedì mattina, gli avvocati che rappresentano alcune delle persone coinvolte dalle espulsioni, hanno affermato che circa una dozzina di migranti trattenuti in un centro di detenzione in Texas sarebbero stati trasferiti in aereo nel Sudan del Sud, le cui condizioni sono da tempo pericolose anche per la popolazione locale.
Il Paese africano è stato teatro di una lunga guerra civile che ha causato la morte di oltre 50.000 persone, fino a quando una fragile pace ha fermato i combattimenti nel 2018. Ciononostante, l’instabilità politica persiste e gli scontri tra ribelli e governo proseguono. In molti, tra cui le Nazioni Unite, temono che il Paese possa sprofondare nuovamente nella guerra civile.
Stando alle prime indiscrezioni, i circa 11 migranti costretti a lasciare gli USA martedì, provengono da Vietnam, Myanmar, Laos, Thailandia, Pakistan, Corea e Messico.