“Hanno preso il controllo dell’autopen. Questo è tradimento ai massimi livelli.” Il presidente Donald Trump attacca frontalmente i collaboratori dell’ex presidente Joe Biden, accusandoli di aver gestito la Casa Bianca “al posto suo” approfittando, a suo dire, del deterioramento fisico e cognitivo dell’allora capo di Stato.
L’affondo arriva attraverso un post pubblicato martedì su Truth Social, il social network fondato dallo stesso Trump, poche ore dopo che l’ex presidente aveva ammesso di essere affetto da una forma “aggressiva” di tumore alla prostata con metastasi ossee.
Secondo Trump, la malattia sarebbe solo un tassello di un quadro più ampio: “Non era lui a volere le frontiere aperte — ha scritto — quella decisione è stata presa da chi sapeva che era cognitivamente compromesso, e ha preso il controllo dell’autopen”.
Il riferimento è a un dispositivo meccanico che replica automaticamente la firma del presidente, già finito al centro delle polemiche nel primo mandato di Trump, quando l’allora presidente sollevò dubbi sulla validità di alcuni atti firmati da Biden tramite autopen, tra cui alcuni provvedimenti di grazia.
Nel post, Trump rilancia accuse già sentite durante la campagna elettorale del 2024: “Hanno rubato la presidenza e ci hanno messo in pericolo. È tradimento allo stato puro. Il vero Joe Biden non avrebbe mai permesso che spacciatori, gang e squilibrati entrassero nel Paese senza alcun controllo. Chiunque può consultare il suo passato per verificarlo.”
“Qualcosa di molto grave dovrebbe accadere a questi delinquenti traditori che hanno cercato di distruggere il nostro Paese. Ma non ci sono riusciti. Perché sono tornato io”, ha proseguito il repubblicano.
L’attacco si inserisce nel contesto del dibattito ancora aperto sull’effettiva idoneità di Biden durante gli anni alla Casa Bianca. A febbraio 2024, un referto medico ufficiale lo aveva dichiarato “in condizioni fisiche idonee” per esercitare il ruolo, ma una prossima pubblicazione firmata da Jake Tapper (CNN) e Alex Thompson (Axios) sostiene che lo staff presidenziale occultò episodi evidenti di declino fisico e mentale nel corso del mandato.
Sul piano politico, il tema si intreccia con la gestione dell’immigrazione. Tra gennaio 2021 e gennaio 2024 — cioè durante la presidenza Biden — la U.S. Customs and Border Protection ha registrato oltre 7,2 milioni di ingressi irregolari, contro i 2,4 milioni del primo mandato Trump.
Anche il vicepresidente JD Vance è intervenuto sull’argomento. Lunedì, parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force Two, ha espresso vicinanza personale a Biden per la diagnosi, ma ha aggiunto: “Dovremo essere onesti, prima o poi, sul fatto che fosse davvero in grado di fare quel lavoro”.
“Per certi versi lo biasimo meno di quanto biasimo le persone che lo circondano”, ha detto Vance ai giornalisti, sottolineando che “naturalmente auguriamo il meglio per la salute dell’ex presidente”.
Sul piano istituzionale, intanto, il Congresso ha già avviato un’indagine guidata dalla House Committee on Oversight per verificare cosa sapesse realmente l’amministrazione Biden riguardo alle condizioni di salute del presidente e quanto venne effettivamente condiviso con l’opinione pubblica.