Nonostante la dura retorica anti-immigrazione dell’amministrazione Trump e le promesse di deportazioni di massa, la manodopera migrante — anche quella priva di status legale — continua a sostenere settori chiave dell’economia americana, scrive il Wall Street Journal.
Secondo i dati del Census Bureau, l’agenzia governativa che raccoglie e analizza dati demografici ed economici sulla popolazione statunitense, l’occupazione tra i lavoratori nati all’estero è aumentata dello 0,1% da gennaio ad aprile e del 4,4% rispetto all’anno precedente.
Sebbene gli arrivi dal confine meridionale siano in calo, non emergono segnali di gravi carenze di manodopera. “La paura c’è, ma dobbiamo pagare affitto e bollette”, racconta un muratore messicano senza documenti, da 25 anni negli Stati Uniti. “Che alternativa abbiamo?”
Anche in città come Washington, dove si temono retate, molti continuano a lavorare per necessità. “Quello che dobbiamo fare è lavorare, lavorare, lavorare e guadagnare, guadagnare, guadagnare, perché non abbiamo molto tempo”, dice un giovane venezuelano di 29 anni che fa consegne per Uber Eats fino a 15 ore al giorno. Ha una richiesta di asilo in sospeso, ma non si fa illusioni: “Non continuerò a imparare l’inglese solo per poter tornare in Venezuela e parlare inglese agli animali”.
Settori come l’edilizia, la ristorazione e la manutenzione del verde — che dipendono fortemente da lavoratori migranti — non riportano difficoltà significative nel reperire personale.
Molti migranti lavorano senza sosta per mettere da parte quanto più denaro possibile, temendo un’espulsione imminente. Tuttavia, non si registrano crisi occupazionali diffuse, neppure in ambito agricolo o industriale. Come nota l’American Farm Bureau Federation, “non siamo a conoscenza di interruzioni diffuse nelle operazioni agricole a causa dell’assenteismo dei dipendenti”.
Intanto, la crescente paura e sfiducia nei confronti del governo sta riducendo la partecipazione dei migranti ai sondaggi ufficiali, complicando la misurazione del loro impatto sul mercato del lavoro. L’indagine mensile sulle famiglie del Census Bureau ha visto un calo del 16% nelle risposte da parte dei non cittadini con diploma di scuola superiore o inferiore, il dato più basso in quasi due anni.