Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
News
May 20, 2025
in
News
May 20, 2025
0

È morto a 87 anni Nino Benvenuti, leggenda dello sport italiano

Peso medio, campione olimpionico e campione del mondo, era malato da tempo

Massimo CutòbyMassimo Cutò
È morto a 87 anni Nino Benvenuti, leggenda dello sport italiano

Nino Benvenuti ed Emile Griffith in occasione di una delle tre sfide mondiali la il titolo dei medi a New York. Il 17 aprile ricorre il 50/o anniversario della prima sfida mondiale avvenuta nel 1967 al Madison Square Garden. ANSA/ UFFICIO STAMPA

Time: 7 mins read

Se n’è andato anche lui, l’ultimo eroe italiano di un pugilato d’altri tempi. Giovanni Benvenuti detto Nino, istriano, peso medio dallo stile purissimo, è morto a 87 anni: è stato una leggenda dello sport azzurro, campione olimpionico e campione del mondo. Bello e carismatico girava caroselli, era stato protagonista al Dean Martin Show e fu attore in uno spaghetti-western con Giuliano Gemma. Sceso dal quadrato s’era affermato come commentatore televisivo. Era malato da tempo, si dice in questi casi. In realtà aveva cominciato a spegnersi all’inizio del 2023, quando aveva chiuso gli occhi la seconda moglie Nadia Bertorello, ex Miss Emilia. La loro love story era finita sui rotocalchi assieme alla boxe. È stata una relazione scandalosa nell’Italietta bigotta degli anni Sessanta, su cui intervenne perfino Paolo VI rifiutandosi di riceverlo in Vaticano: lei gli diede una figlia, ma lui aveva già un matrimonio in corso e quattro figli (più una bimba tunisina adottata) con Giuliana, non ebbe il coraggio di lasciarla e si tirò indietro per tenere unita la famiglia. Salvo ripresentarsi trent’anni dopo da Nadia e chiederle: mi vuoi sposare? Così fu.

Anche la carriera sul ring è stata un’altalena di emozioni. Vinse l’oro da dilettante ai Giochi di Roma nei welter, meritandosi in più il trofeo Val Barker che andava al pugile più dotato del torneo. Al secondo posto si classificò un mediomassimo americano talentuoso, che si chiamava Cassius Clay e sarebbe diventato Muhammad Ali. L’avventura sul quadrato lo celebrò per tre volte come la metà di una mela: l’altra metà di Sandro Mazzinghi prima, di Emile Griffith poi, di Carlos Monzon infine. I suo avversari storici. L’eterno nemico toscano, il nero battuto al Madison Square Garden di New York in una notte memorabile del ’67, il selvaggio argentino che con violenza lo costrinse al ritiro. Rivali diventati con il tempo suoi grandi amici, salutati tutti e tre con un bacio sulla fronte nell’estremo omaggio dell’addio. Perché il campionissimo Nino è stato un fuoriclasse anche nei sentimenti.

Dietro il cuore s’è però portato per sempre un’ombra: quella delle foibe. Seguendo il destino di migliaia d’altri istriani, dalmati e fiumani, fuggì con i suoi dal luogo del cuore per salvare la pelle. Il fascismo li considerava slavi mancati, i partigiani titini li perseguitarono più tardi per un motivo uguale e contrario. Nino era nato a Isola d’Istria il 26 aprile 1938, quando su quella terra sventolava il tricolore. Poi è diventata jugoslava. Oggi è Slovenia. Le ferite di un profugo non si cancellano e l’ultimo desiderio di Nino era diventare cenere, sparsa nell’acqua limpida davanti al suo scoglio. Merita di essere esaudito.

Nino Benvenuti, oro olimpico a Roma 1960 ed ex campione del mondo di pugilato dei pesi medi e superwelter, fotografato all’interno della palestra Audace a Roma, 10 aprile 2017/ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Lo ricordiamo con l’intervista integrale di Massimo Cutò, pubblicata su La Voce di New York il 23 luglio 2022.

Pensava davvero di farcela quella notte?

“Ci credevo. Ero preparato benissimo e mi elettrizzava sfidare l’avversario nella sua tana. Gli italiani d’America affollavano il Madison Square Garden: mi incitarono per tutto il match, molti si erano portati dietro il tricolore”.

Si rese conto che il 17 aprile 1967 la nazione era salita sul ring con lei?

“Lo capii al ritorno. Mi dissero che in 18 milioni erano rimasti svegli accanto alla radio, una cosa che nessuno avrebbe potuto immaginare”.

Quando era sbarcato in America per la prima sfida a Emile Griffith, il nero delle Isole Vergini campione del mondo dei pesi medi, i giornali americani scrissero di lui: “Ha la lingua lunga ed è bello da far schifo”. Pelle bianca, ciuffo sulla fronte, faccia da attore, alto, elegante, una croce di spalle da far paura: Nino Benvenuti si presentò così, colpendo allo stomaco i rotocalchi, le tv e il pubblico maschile e femminile dall’altra parte dell’oceano. Spavaldo e protagonista sempre. Dopo mezzo secolo e oltre è rimasto lo stesso o quasi: sotto i riflettori a 84 anni, personaggio amatissimo, una leggenda che cammina. La massa di capelli sale e pepe, i lineamenti del volto intatti che sono il miracolo di un boxeur tecnicamente perfetto. E quelle sue mani: dita lunghe, nodose ma curate, il ferro del mestiere. Le mani di un pugile. Una carta geografica di nervi e tendini che spiega chi è stato quest’uomo, capace di svegliare alle quattro del mattino mezza Italia per seguire la sua impresa: la conquista della corona iridata negli Usa da parte di un europeo, com’era riuscito solo a Marcel Cerdan, il tragico amore di Edith Piaf.

La radiocronaca di Paolo Valenti resta una delle più ascoltate nelle teche Rai. Era successo solo un’unica volta, prima, per un incontro di boxe: la notte del 26 ottobre 1951, quando un giovane radiocronista italo-americano di nome Mike Bongiorno raccontò in diretta sempre al Madison Square Garden di New York, il tempio della noble art, uno degli incontri rimasti nella storia: la vittoria per ko di Rocky Marciano sul campionissimo Joe Louis.

Nino Benvenuti premiato da Tony Di Piazza in rappresentanza della Associazione ACINY – Foto di Tony Di Piazza

In Italia è un mito. E negli Stati Uniti?

“Sono ancora popolare. La mia ultima volta a New York è stata a febbraio 2011, il giorno di San Valentino: ero l’ospite d’onore al Radio City Music Hall e mi sono presentato sul palco spingendo il vecchio Griffith in carrozzella. E’ salito Stallone a stringermi la mano: voleva conoscermi, era molto emozionato, quasi commosso. In prima fila tra il pubblico, in piedi ad applaudire, c’erano tanti americani con radici italiane, da Liza Minnelli a Paul Anka. Una festa. All’uscita la gente mi fermava per strada: Nino facciamo una foto, Nino fammi un autografo. Cose che ti rendono orgoglioso, a distanza di tanto tempo”.

Nino Benvenuti e la giornalista Luciana Capretti – Foto di Luciana Capretti

Chi è un pugile?

“Uno che cerca se stesso sul ring. Uno che vuole superare i propri limiti come faceva Maiorca in fondo al mare o Messner in cima alla montagna. La sfida è quella: fai a pugni con un altro da te e guardi in fondo alla tua anima”.

Lei cosa ci ha visto?

“La mia terra d’origine, una verità che molti continuano a negare. La storia di un bambino nato nel 1938 a Isola d’Istria e costretto all’esilio con la famiglia. Addio alla casa, la vigna, l’adolescenza: tutto spazzato via con violenza, fra la rabbia muta e la disperazione di un popolo. Gente deportata, gettata viva nelle foibe, fucilata, lasciata marcire nei campi di concentramento jugoslavi”.

Una memoria sempre viva?

“Ho cercato di non smarrirla, per quanto doloroso fosse. Riaffiora in certe sere. Ti ritrovi solo e sale una paura irrazionale”.

Il pugile italiano Nino Benvenuti arriva a New York, USA, 7 settembre 1967/ANSA/OLDPIX

Riesce a spiegare questo sentimento?

“Il passato non passa, resta lì nella testa e nel cuore. A volte mi sembra che stiano arrivando: Nino scappa, sono quelli dell’Ozna, la polizia politica di Tito viene a prenderti. Un incubo che mi tengo stretto perché senza ricordi non c’è futuro”.

Che cosa accadde in quei giorni?

“Isola d’Istria odora di acqua salata. E’ il sole sulla pelle. La nostra era una famiglia benestante, avevamo terra e barche, il vino e il pesce. Vivevamo in una palazzina di fronte al mare: papà Fernando, mamma Dora, i nonni, io, i tre fratelli e mia sorella. Siamo stati costretti a scappare da quel paradiso”.

Come andò?

“Mio fratello Eliano fu rapito e imprigionato dai poliziotti titini, colpevole di essere italiano. E’ tornato sette mesi dopo, un’ombra smagrita, restò in silenzio per giorni. Mia madre si ammalò per l’angoscia. E’ morta nel ’56 di crepacuore: aveva 46 anni. Attorno si respirava il terrore delle persecuzioni. Un giorno vidi dalla finestra della cameretta un uomo in divisa sparare alla nostra cagnetta, così, per puro divertimento”.

Finché fuggiste?

“Riparammo a Trieste dove c’era la pescheria dei nonni. Fu uno strappo lacerante, fisico. Così la mia è diventata in un attimo l’Isola che non c’è. Non potevamo più vivere lì dove eravamo nati”.

Quanto influì tutto questo sul suo destino di pugile?

“Il ring mi ha adottato. E’ stata la grande passione, vissuta sulle orme di mio padre. Aveva ricavato una palestra nello scantinato, montando le corde legate a tre colonne: un quadrato triangolare. Bende elastiche a fasciare le mani. I guantoni arrivarono più tardi, facevo trenta chilometri in bici per allenarmi all’Accademia pugilistica triestina”.

Una foto di Nino Benvenuti, con la medaglia d’oro vinta alle Olimpiadi di Roma del 1960, in esposizione al Museo Nazionale del Pugilato, che aprirà venerdì 24 febbraio a Santa Maria degli Angeli di Assisi (Perugia)/Roma, 22 febbraio 2017. ANSA/ UFFICIO STAMPA FEDERAZIONE PUGILISTICA ITALIANA

Lì cominciò l’avventura?

“Esatto. Titoli nazionali novizi e poi dilettanti. Fino ai Giochi di Roma nel ’60, il torneo di boxe nella palestra dell’Audace. Il mio piccolo regno”.

Fu la consacrazione?

“Un titolo mondiale puoi perderlo, nessuno ti toglierà mai la medaglia d’oro alle Olimpiadi. Avevo annodato ai lacci dello scarpino la fede nuziale di mamma Dora. E ricordo lo sguardo d’orgoglio di papà Fernando al mio angolo. Avevo realizzato un sogno e l’ho dedicato a loro”.

La elessero miglior pugile del torneo.

“Un onore doppio, visto che nel giudizio della critica il secondo fu Cassius Clay: il più grande di sempre, l’incarnazione del boxeur. Un amico”.

E’ possibile l’amicizia sul ring?

“Quando suona il gong dell’ultimo round i rivali si abbracciano. Hai diviso con il rivale il dolore e il desiderio di vittoria, qualcosa che rimane finito il match”.

E’ stato così anche con Mazzinghi? La vostra rivalità ricalcava i dualismi Coppi-Bartali e Mazzola-Rivera.

“Sandro era il mio opposto. Io stilista, lui guerriero: picchiava fortissimo e lo battei due volte. Ma non uscì sconfitto. I nostri combattimenti mi hanno aiutato a tirar fuori il meglio, ad andare oltre la sofferenza. Non ci siamo parlati per mezzo secolo, poi abbiamo fatto pace da lontano. L’ultimo colpo l’ha tirato lui, nella bara, alla camera ardente di Pontedera: l’ho baciato sulla fronte e stretto forte. L’abbraccio che dovevamo darci tanto tempo prima”.

E’ andato fino a Santa Fè per reggere il feretro di Monzon, l’avversario che le strappò il titolo a Roma nel ’70. Perché l’ha fatto?

“Carlito aveva una forza brutale, sul ring poteva ucciderti. Era un indio argentino forgiato dall’infanzia violenta: per lui combattere era prendere a pugni la vita. Andai a trovarlo in carcere, dopo la condanna per l’omicidio della moglie. Guardai nella sua anima e mi spiegai tante cose”.

Sandro Mazzinghi (S) e Nino Benvenuti si sfidano per la corona mondiale dei pesi medi. Milano, giugno 1965/ANSA/WIKIPEDIA

Come si fa a capire che è ora di dire basta?

“Non è facile. Io non lo capii subito, volli la rivincita perché credevo sinceramente di poter battere Monzon. L’8 maggio del ’71, a Montecarlo, a bordo ring c’erano a vedermi Delon e David Niven, Renato Salvatori e Sergio Endrigo, triestino come me. Carlos mi aggredì letteralmente, era una furia incontenibile. Bruno Amaduzzi, il mio manager, capì che non c’era nulla da fare e alla terza ripresa gettò l’asciugamano sul quadrato. Lo presi a calci furibondo, non volevo arrendermi. Ma aveva ragione lui: era venuto il momento di ritirarmi”.

Nino Benvenuti con Emile Griffith a Roma – Credit: http://www.ninobenvenuti.it/foto_gallery.php#36, Public domain, via Wikimedia Commons

Ha sottratto alla miseria Griffith, il grande rivale americano. Quale legame vi univa?

“Persi la rivincita ma finii in piedi malgrado una costola rotta: un’esperienza drammatica. Uno che ti fa così tanto male diventa tuo fratello, solo i pugili possono capire”.

E’ per attraversare la sofferenza che ha passato tre mesi da volontario in un lebbrosario indiano?

“Cercavo me stesso, l’uomo dietro il campione. Ho incontrato la malattia e aiutato chi aveva bisogno. Sono stato fortunato”.

Quant’è difficile invecchiare?

“Dentro mi sento trent’anni, non ho paura della morte. Sono allenato. Sul ring risolvevo i problemi con il mio sinistro, la vita è stata più complicata però ho poco da rimproverarmi. E ho ancora un desiderio”.

Quale?

“Vorrei che un giorno, quando sarà, le mie ceneri fossero sparse da soscojo. E’ lo scoglio di Isola d’Istria dove ho imparato a nuotare da bambino”.

Share on FacebookShare on Twitter
Massimo Cutò

Massimo Cutò

Giornalista, classe 1957, ha svolto tutta la sua carriera tra Resto del Carlino e Quotidiano Nazionale. È nato a Pescara ma vive e lavora a Bologna da molti anni. Ogni volta che arriva in piazza Maggiore non si rassegna a una domanda senza risposta: perché qui non c'è il mare?

DELLO STESSO AUTORE

È morto a 87 anni Nino Benvenuti, leggenda dello sport italiano

È morto a 87 anni Nino Benvenuti, leggenda dello sport italiano

byMassimo Cutò
I trent’anni di Varenne, figlio del vento

I trent’anni di Varenne, figlio del vento

byMassimo Cutò

A PROPOSITO DI...

Tags: Nino BenvenutipugilatoringVNY News 1VNY News 4
Previous Post

Negli USA gli immigrati hanno paura, ma continuano a lavorare

Next Post

‘Trump frustrato,vuole che Netanyahu concluda guerra Gaza’

DELLO STESSO AUTORE

Sinner battuto agli Internazionali, è Alcaraz il re di Roma

Sinner battuto agli Internazionali, è Alcaraz il re di Roma

byMassimo Cutò
Errani e Paolini vincono il doppio femminile agli Internazionali di Roma

Errani e Paolini vincono il doppio femminile agli Internazionali di Roma

byMassimo Cutò

Latest News

Scelto da Trump per l’IRS, Billy Long si inventa esenzioni fiscali inesistenti

Scelto da Trump per l’IRS, Billy Long si inventa esenzioni fiscali inesistenti

byMarco Giustiniani
Trump al Congresso per riunire i repubblicani sul bilancio federale

Trump al Congresso per riunire i repubblicani sul bilancio federale

byMassimo Jaus

New York

Wynn Backs Off Manhattan Casino Plan as Housing Project Gains Traction

byFabio Cupolo Carrara
L'attore statunitense Denzel Washington riceve la Palma d'Oro onoraria prima della proiezione del film Highest 2 Lowest alla 78ª edizione del Festival di Cannes, nel sud della Francia, il 19 maggio 2025. VALERY HACHE / Pool via REUTERS

Denzel Washington, Palma d’onore a sorpresa a Cannes

byMonica Straniero

Italiany

Italy on Madison, la facciata della sede dell’Italian Trade Agency trasformata per tre giorni in una casa italiana.

Erica Di Giovancarlo (ITA): “Italian lifestyle è un modo di vivere”

byMonica Straniero
Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Next Post
‘Trump frustrato,vuole che Netanyahu concluda guerra Gaza’

'Trump frustrato,vuole che Netanyahu concluda guerra Gaza'

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?