Mohsen Mahdawi, studente filo-palestinese della Columbia University, si è laureato in filosofia meno di tre settimane dopo essere stato rilasciato dalla custodia dell’immigrazione. Il segretario di Stato Marco Rubio gli aveva revocato il visto, accusandolo di aver avuto un ruolo di rilievo nelle proteste filo-palestinesi nel campus nel 2023. Successivamente, Mahdawi è stato arrestato ad aprile durante un colloquio per la verifica della cittadinanza statunitense. Un giudice federale ha poi ordinato il suo rilascio, sostenendo che fosse stato punito esclusivamente per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione.
Alla cerimonia di laurea è stato accolto con entusiasmo dai colleghi, ma ha espresso critiche verso l’Università, accusandola di non avergli offerto una protezione adeguata. In un’intervista rilasciata dopo il suo rilascio, Mahdawi ha definito “ridicola” la motivazione del governo per il suo arresto, dichiarando: “Una persona che ha sostenuto a voce la giustizia e la pace sta minando la politica degli Stati Uniti?”.
L’amministrazione Trump cerca di deportarlo invocando una legge che consente la revoca dei visti per motivi di “conseguenze negative di politica estera”. Mahdawi respinge ogni accusa, sostenendo che le sue azioni siano state pacifiche e in favore della giustizia.
Altri studenti attivisti sono stati arrestati con accuse simili: Mahmoud Khalil, studente della Columbia, è tuttora in custodia in Louisiana dopo essere stato arrestato l’8 marzo; Rumeysa Ozturk, studentessa della Tufts University, è stata invece rilasciata ad aprile per ordine di un giudice federale. Questi casi evidenziano una crescente opposizione da parte del governo nei confronti dell’attivismo pro-palestinese nei campus universitari.