Secondo fonti vicine al Cremlino, Vladimir Putin si sente in posizione di forza per la telefonata prevista oggi con Donald Trump, convinto che le sue truppe riusciranno entro la fine dell’anno a conquistare definitivamente le quattro regioni ucraine rivendicate da Mosca.
Intanto la cancelleria tedesca conferma che anche i leader di Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia (Fredrich Merz, Emmanuel Macron, Keir Starmer e Giorgia Meloni) parleranno di nuovo al telefono con Trump.
Il colloquio telefonico col Cremlino segue il vertice fallito in Turchia della settimana scorsa – dove Putin si è rifiutato di andare, e di conseguenza non si è presentato neanche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky; le delegazioni di basso rango non hanno fatti sostanziali passi avanti.
Sabato, il presidente degli Stati Uniti che da mesi si presenta come sponsor della pace (e che secondo molte fonti starebbe ‘perdendo la pazienza’ con Mosca dopo aver dichiarato a lungo di fidarsi delle buone intenzioni del Cremlino) aveva annunciato su Truth Social, il suo megafono, che lunedì avrebbe parlato al telefono con il presidente russo.
Ma Putin, sostiene Bloomberg che ha sentito fonti vicine al Cremlino, non ha intenzione di offrire concessioni sostanziali. Preferisce mantenere vivi i negoziati, o l’immagine dei negoziati per guadagnare tempo e legittimità diplomatica mentre prosegue la pressione militare. La Russia ha invaso l’Ucraina nel marzo 2022 e nonostante la resistenza di Kyiv, finanziata da Unione Europea e Stati Uniti, e le fortissime perdite in soldati russi, continua la sua campagna militare con sostanziali progressi.
Dall’altra parte, Trump sta spingendo per un cessate il fuoco rapido, desideroso di chiudere la guerra e presentarsi come risolutore.
L’approccio diretto e ottimista del presidente americano preoccupa i leader europei: venerdìurante una chiamata con Trump, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Keir Starmer gli hanno espresso chiaramente il timore che Putin lo stia manipolando. Volevano, ha detto un alto funzionario europeo, fargli capire che rischia di apparire debole o “perdente” se si impone a Kyiv un accordo al ribasso.
Anche l’Europa ha i suoi dissidi interni. Un vertice a Tirana in Albania sulla questione ucraina ha visto sfilarsi la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, che si è recata nella capitale albanese sì, ma solo per incontrare il neorieletto premier e suo alleato Edi Rama, mentre non si è presentata all’incontro con i colleghi europei. Ufficialmente Meloni ha spiegato che non è andata perché non intende mandare soldati italiani in Ucraina; gli alleati europei hanno replicato che nessuno intende mandarne.