“Trump ha detto di voler usare il potere per la pace: ci ha mentito”. L’Ayatollah Ali Khamenei ha attaccato frontalmente il presidente degli Stati Uniti in un discorso dai toni durissimi trasmesso in diretta sabato sulla TV di Stato.
La Guida suprema iraniana ha definito Trump “una disgrazia” e ha accusato l’amministrazione statunitense di ipocrisia, violenza e menzogne.
L’intervento è arrivato sabato, all’indomani del tour regionale compiuto da Trump in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, durante il quale il presidente USA ha accusato la leadership iraniana di “finanziare il terrorismo” e ha minacciato nuove sanzioni petrolifere e ritorsioni in caso di mancato accordo sul nucleare.
Nel suo discorso, Khamenei ha ribadito l’ostilità di fondo verso la presenza americana in Medio Oriente, accusando Washington di fomentare instabilità e massacri, in particolare in Palestina. “Gli Stati Uniti devono andarsene, e se ne andranno”, ha detto Khamenei, definendo la politica estera americana “un modello fallito di egemonia militare” imposto ai Paesi del Golfo.
A Riad, durante il Forum sugli Investimenti saudita-statunitense, Trump aveva lanciato un altro affondo diretto: “I leader iraniani rubano le ricchezze del loro popolo per finanziare terrorismo e spargimenti di sangue all’estero”. E ancora: “Se Teheran non accetta la nostra proposta sul nucleare, succederà qualcosa di brutto”, minacciando inoltre di ridurre a zero le esportazioni di petrolio iraniano.
Più pacati i toni del presidente iraniano Masoud Pezeshkian. “Crediamo nel negoziato e siamo pronti al dialogo, ma non abbiamo paura delle minacce”, ha dichiarato sabato, anche se ha poi ribadito che Teheran non intende rinunciare ai suoi “diritti legali”.
Le delegazioni di Iran e Stati Uniti si sono incontrate a inizio mese a Mascate, in Oman, per il quarto round di colloqui informali sul nucleare. Pur avendo convenuto di proseguire, non è stata ancora fissata una data per un nuovo vertice. Da Teheran sono arrivate accuse di “incoerenza” alla controparte americana: “Modificano il tono a seconda del pubblico a cui si rivolgono”, ha dichiarato un funzionario iraniano. Secondo fonti diplomatiche, il prossimo round potrebbe svolgersi in Europa, ma il calendario resta incerto.
Il punto più critico resta la capacità dell’Iran di arricchire uranio. Washington chiede lo stop totale del programma, mentre Teheran insiste sul diritto a proseguire nel rispetto del Trattato di non proliferazione nucleare (NPT).
Steve Witkoff, inviato speciale di Trump per il Medio Oriente, ha ribadito in un’intervista ad ABC News che gli Stati Uniti non accetteranno “nemmeno l’un per cento di capacità di arricchimento”. “Tutto parte da un’intesa che escluda l’arricchimento”, ha dichiarato, precisando che la posizione è già stata comunicata alla Guida Suprema tramite lettere formali e canali diplomatici.
Witkoff ha aggiunto che i preparativi per un nuovo round di colloqui sono in corso e che “potrebbero emergere segnali positivi” se l’Iran accetterà le condizioni statunitensi.
Non si è fatta attendere la risposta del ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, che ha bollato come “disconnessa dalla realtà” la posizione americana. In un post sui social, ha scritto che “l’arricchimento in Iran continuerà, con o senza accordo”.