Ucraina, colloqui in Turchia: Trump vuole progressi “entro due giorni”
Putin non ci sarà, Lavrov nemmeno, incerta la composizione della delegazione ucraina, ma i colloqui di pace in Turchia si faranno e Kiev sarebbe pronta a discutere una tregua di trenta giorni con l’invasore russo. Sotto l’egida di Washington: il segretario di Stato Marco Rubio dal vertice informale dei ministri degli Esteri Nato di Antalya, afferma che Donald Trump vuole vedere progressi “nei prossimi due giorni” ed è aperto ad ogni meccanismo che porti a una “pace equa”.
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Quegli antisemiti al governo
Trump lancia crociate contro l’antisemitismo nelle università, ma lo tollera in casa sua: ha arrestato e espulso studenti filo-palestinesi, minacciato i finanziamenti a università come Columbia e Harvard, e rilanciato la sua immagine da “paladino d’Israele”. Ma un’inchiesta della testata NPR rivela un’inquietante ipocrisia: nell’amministrazione si moltiplicano nomine di funzionari legati a estremisti antisemiti, negazionisti dell’Olocausto e persino simpatizzanti nazisti. Tra i casi più eclatanti: Paul Ingrassia, oggi al Dipartimento di Homeland Security, ha frequentato raduni neonazisti, difeso influencer accusati di antisemitismo come Andrew Tate e sostenuto pubblicamente Nick Fuentes. Secondo Amy Spitalnick del Jewish Council for Public Affairs, “se l’amministrazione fosse davvero seria nel combattere l’antisemitismo, non nominerebbe persone legate a estremisti antisemiti in ruoli chiave del governo”.
Licenziati per aver detto la verità sulla gang Tren de Aragua
La direttrice dell’intelligence nazionale Tulsi Gabbard ha licenziato due alti funzionari del Consiglio Nazionale dell’Intelligence (NIC) che avevano approvato un’analisi scomoda per il presidente Trump: il rapporto negava che la gang venezuelana Tren de Aragua agisca sotto il controllo diretto del regime di Nicolás Maduro. Secondo il documento, condiviso da tutte le agenzie tranne l’FBI, non vi è coordinamento tra TdA e il governo di Caracas. L’analisi metteva in discussione la base legale utilizzata da Trump per invocare l’ “Alien Enemies Act”, una norma del 1798 mai usata in tempo di pace, che consente deportazioni sommarie senza regolare processo. Trump ha dichiarato TdA una “forza d’invasione” agli ordini del Venezuela, usando questa narrativa per giustificare deportazioni di massa. I due analisti licenziati, Michael Collins e Maria Langan-Riekhof, erano rispettati funzionari con decenni di esperienza. Ex dirigenti dell’intelligence e legislatori democratici hanno condannato le rimozioni come una chiara punizione per non aver “allineato” l’analisi ai voleri del presidente.
Allarme personale al Servizio Meteo USA
Il Servizio Meteorologico Nazionale (NWS) è alle prese con una grave carenza di personale: 155 posti vacanti, molti dei quali in zone vulnerabili come il Texas e la Louisiana, proprio alla vigilia della stagione degli uragani. Per tamponare l’emergenza, l’agenzia offre il rimborso delle spese di trasloco ai meteorologi disposti a trasferirsi.La causa è la drastica riduzione del personale sotto l’amministrazione Trump, che ha visto il licenziamento o il pensionamento anticipato di circa 500 addetti. Ma l’ossessione di ridurre il personale sta compromettendo la capacità degli Stati Uniti di affrontare eventi meteorologici estremi con prontezza e precisione mentre si avvicinano stagioni critiche come quella degli uragani e degli incendi boschivi.
L’apertura dell’Iran
In un’intervista alla NBC News, Ali Shamkhani, consigliere di primo piano della Guida Suprema Ali Khamenei, ha affermato che eheran è pronta a firmare un accordo nucleare con l’Amministrazione Trump, a patto che vengano revocate immediatamente tutte le sanzioni economiche. E’ la più chiara apertura pubblica da parte del regime finora. L’intesa prevederebbe l’abbandono delle scorte di uranio ad alto arricchimento, il ritorno a livelli solo civili, ispezioni internazionali e il divieto assoluto di sviluppare armi nucleari. Ma Shamkhani ha criticato le continue minacce di Trump, definendo la sua offerta “più filo spinato che ramoscello d’ulivo”.
In Texas, cerebralmente morta ma tenuta in vita per la gravidanza
Adriana Smith, 30 anni, infermiera e madre di Atlanta, è cerebralmente morta da oltre tre mesi, ma i medici sono obbligati a tenerla in vita a causa della legge anti-aborto in vigore in Georgia. La donna era stata colpita da ictus ed è caduta in coma irreversibile quando era alla nona settimane. La Georgia vieta l’aborto dopo la sesta settimana. Ora Adriana è mantenuta in vita artificialmente fino a quando il feto non sarà considerato vitale, ossia almeno fino alla 32ª settimana. La madre, April Newkirk, racconta che la situazione è “una tortura”: la legge ha impedito alla famiglia di prendere decisioni, pur sapendo che il bambino potrebbe nascere con gravi disabilità. Leggi così drastiche sono possibili – anche in altri Stati – perché la Corte Suprema, grazie ai giudici conservatori scelti da Trump nel suo primo mandato, nel 2022 ha ribaltato la sentenza Roe vs Wade che da cinquant’anni tutelava il diritto all’aborto a livello federale, rimandando le decisioni in materia ai singoli Stati.