Un alpinista è sopravvissuto a una caduta di oltre 120 metri nelle North Cascades, nello Stato di Washington, in un incidente che ha causato la morte dei suoi tre compagni. Nonostante un trauma cranico ed emorragie interne, l’uomo è riuscito a liberarsi dalle corde, raggiungere la sua auto al buio e chiamare i soccorsi da un telefono pubblico.
Il gruppo stava scendendo dalle Early Winters Spires quando un ancoraggio — probabilmente un vecchio chiodo da roccia (piton) — ha ceduto. I corpi sono stati recuperati con l’elicottero in una zona molto impervia.
Secondo Cristina Woodworth, che guida la squadra di soccorso dello sceriffo, incidenti mortali come questo sono rari. Molti dettagli non sono ancora chiari. Domenica, una squadra di tre soccorritori ha raggiunto il luogo della caduta grazie alle coordinate fornite da un dispositivo GPS portato dagli alpinisti e condivise da un loro amico. Una volta individuata l’area, è stato chiamato un elicottero per recuperare i corpi, uno alla volta, a causa del terreno difficile.
Lunedì, i soccorritori hanno analizzato l’attrezzatura recuperata per capire cosa possa aver causato l’incidente. Hanno trovato un piton ancora agganciato alle corde. Questi chiodi da roccia, infilati in fessure e usati come ancoraggi, possono restare sulla parete per anni e deteriorarsi nel tempo.
“Sembrava vecchio e usurato, mentre il resto dell’attrezzatura era più recente, quindi supponiamo che fosse un piton lasciato da tempo”, ha spiegato Woodworth.
Come spiegano gli esperti, gli scalatori si assicurano con corde a questi ancoraggi per fermare eventuali cadute, e di solito si usano sistemi di riserva. Joshua Cole, guida alpina e comproprietario dei North Cascades Mountain Guides, che frequenta la zona da vent’anni, ha detto che è raro affidarsi a un solo piton per la discesa.
“Non sappiamo ancora con certezza cosa sia successo quella notte”, ha aggiunto Cole. Woodworth ha concluso: “Speriamo, se possibile, di avere più informazioni dal sopravvissuto”.